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Pd, Bettini ci prova con Forza Italia? "Muoversi verso nuovi confini"

Andrea Carrabino
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Il Partito democratico sta vivendo in un suo personalissimo mondo al contrario. Il centrodestra, dalle ultime elezioni europee, è uscito rafforzato sia in termini di leadership sia in termini di consensi. Ma dalle parti del Nazareno sono convinti che il vento stia cambiando. "C'è fiducia che il governo cadrà prima della fine della legislatura - ha confessato Goffredo Bettini al Corriere -. E vogliamo combattere". Il maitre à penser dei dem racconta una storia ben diversa da quella che sarebbe la realtà dei fatti dipinta dalle urne: "Abbiamo avuto un ottimo risultato alle Europee, la destra estrema è stata fermata e la Meloni barcolla (sic!). Sembra cambiato il clima - ha sottolineato Bettini -. Ora si tratta di non fare errori. Il ribaltamento del governo e la vittoria del centrosinistra sono obiettivi ancora da conquistare".

Ogni qualvolta i cronisti provano a incalzare i dem sui possibili nomi che possono fare comodo in funzione di un'ipotetica ammucchiata alla francese, gli esponenti del Pd pur di non sbottonarsi si addentrano in supercazzole degne del miglior Ugo Tognazzi. "Il campo largo non è una somma di partiti - ha ricordato Bettini -, piuttosto è un sentimento, un impeto etico e ideale, una visione dell'Italia, un programma di priorità". Tradotto: non vogliamo fare nomi per non rischiare di bruciarceli prima del tempo. Ma chiunque voglia adeguarsi alla visione politica del Nazareno è ben accetto.

 

 

"In questo momento l'anima liberale è essenziale", ha spiegato Bettini. Ma a chi si riferisce? A Renzi e Calenda? Al fu Terzo Polo? Sembra proprio di no. "Forza Italia può rappresentare un contrappeso alla Meloni - ha sottolineato il dem -. Per rompere, dovrebbe prospettare uno schema politico alternativo. Non so se ne sarà capace. Berlusconi - ha poi aggiunto - ha fondato il Polo di destra rompendo con Fini; il solo che ha avuto la forza di chiudere definitivamente con il fascismo e di muoversi nel suo campo verso nuovi confini". L'analisi di Bettini suona quasi come un invito, un consiglio: questi "nuovi confini" portano proprio al Nazareno?

 

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