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Francesco Silvestri: "Grillo non va escluso ma l'M5s deve cambiare come chiede Conte"

Daniele Dell'Orco
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Dopo lo scambio di missive di sabato scorso tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, comparso sul sito del “Movimento 5 Stelle”, diventa piuttosto lecito attendersi una replica da parte del comico genovese.

Com’è nel suo stile però. Non certo quello soft con cui, quasi timoroso, ha chiesto all’attuale capo politico di avere l’ultima parola sulla scelta di indire un’assemblea costituente per il prossimo settembre. Ma, nonostante i mugugni del Garante (che è pure il proprietario del simbolo M5S), l’ex premier va dritto perla sua strada. Il piano sarebbe quello di marginalizzare Grillo, anche a costo di rivedere alcuni punti cardine del grillismo, come il limite dei due mandati e i parametri per la selezione dei candidati.

 

 

 

Un vento di rinnovamento che piace anche a uno come Francesco Silvestri. Oggi è capogruppo a Montecitorio, ma dell’universo grillino fa parte dal lontano 2006, quando partecipava ai primi meetup Amici di Beppe Grillo.

Lei sostanzialmente il Movimento l’ha visto nascere. Ci si ritrova ancora? 
«Benissimo, anche perché, badi bene, il nostro spirito è sempre lo stesso. La costituente sarà una tappa di rinnovamento fondamentale».
Quindi si è già capito, in questo scontro tra il riformista Conte e l’ortodosso Grillo, lei da che parte sta... 
«Fa benissimo Conte a voler proteggere il percorso della costituente. Da quella tappa il “Movimento” uscirà molto più forte e getterà le basi per tornare a governare».
L’Elevato, però, teme di essere messo da parte, più di quanto non lo sia già... 
«Non credo che nessuno si debba sentire messo da parte. Ma è il momento di lasciare spazio e di accettare l’idea che la necessità di una veste nuova peril “Movimento” debba essere considerata la fine di un percorso naturale e autentico. Non si deve spaventare nessuno. Semplicemente, abbiamo visto molto bene che influenzare indirettamente i percorsi interni dall’alto non funziona».
Ad esempio quali? 
«L’appoggio al governo Draghi, è stato un errore gravissimo. Tante persone hanno iniziato a pensare che il nostro “Movimento” abbia fatto una giravolta».
Ma allora lei non è riformista, è ortodosso... 
«Non esiste questa doppia anima. C’è una cosa ci differenzia da sempre rispetto agli altri. Che nel nostro “Movimento” l’ultima parola non ce l’ha nessuno. Né il capo politico né il Garante. Ce l’hanno gli iscritti. Fare la costituente dovrebbe far contenti proprio quelli che lei chiama ortodossi e tutti coloro che amano il “Movimento” per quello che è. Rafforzerà tantissimo la percezione che diamo all’esterno. E anzi, sarà aperta anche al di fuori del M5S, tra tutti coloro che vogliono partecipare».
Lei è stato eletto alla Camera nel 2018 e nel 2022, quindi è al secondo mandato. Abolirebbe il tetto? 
«Penso che nella scala delle priorità questo argomento stia in fondo. Alle persone comuni interessa relativamente. Ciò che conta è l’atteggiamento con cui il “Movimento” vuole stare in un asse progressista.
Chi saranno i singoli interpreti è importante ma rischia di diventare preponderante sui mediatico e di distogliere l’attenzione da tutto il resto».
Una risposta molto salomonica, lei è parte in causa... 
«Non ne parlo. E non ne parlerò. Le priorità sono altre».
Quali? 
«Dopo tanti anni, come tutti i partiti della storia, bisogna cambiare per direzionare in modo più efficace possibile la nostra attenzione verso le esigenze delle famiglie. Dobbiamo fotografare meglio la realtà del Paese dopo il Covid, con sacche sociali ostaggio dell’indebitamento e con tante nuove problematiche importanti a cui il “Movimento” deve dare risposte moderne. La gente deve sentire che si sta parlando della loro vita. Le soluzioni passate vanno aggiornate».
Anche il Reddito di Cittadinanza? E anche il superbonus? 
«Possiamo ragionare su come migliorarli. Non abolirli. Fenomeni come l’usura stanno avanzando. Il Reddito è indispensabile. Ma di pari passo serve anche dignità salariale».

 

 

 


Torniamo per un secondo alla costituente. Quali pensa debbano essere le riforme strutturali? 
«Un tema importante è quello della composizione delle liste. Il M5S per 10 anni ha subito una serie di abbandoni da parte dei parlamentari. Vuol dire che bisogna cambiare i criteri di selezione dei candidati.
Ora abbiamo due gruppi parlamentari molto solidi. Ma è sintomo di intelligenza cercare di migliorare al massimo».
Quindi addio parlamentarie? 
«No, ad ogni modo io sto guardando la traiettoria. Le soluzioni vanno condivise».
Qualcuno li profilerà aprescindere dal numero di voti ottenuti online? 
«No, insisto sul bisogno di ragionare insieme».
Avete capito perché il M5S non prende più voti? 
«Non sono d'accordo che non prenda più voti. L’astensionismo molto alto alle Europee ci ha penalizzato».
Ebbè però gli astensionisti per voi erano un bacino. Tra chi è tornato ad astenersi ci sono anche i vostri... 
«Chiaramente abbiamo possibilità ben superiori rispetto a quelle che abbiamo visto».
Forse c'è un problema di posizionamento politico? Siete diventati la stampella del Pd? 
«Ma alle Europee si va tutti divisi».
Sì, mai big del vostro partito (Virginia Raggi, Danilo Toninelli etc.) sostengono che non dobbiate essere né di destra né di sinistra. A Bruxelles siete addirittura nel gruppo “The Left”, cioè la sinistra della sinistra. Non siete più anti-establishment e basta. 
«Siamo e rimarremo anti-establishment. Ricordo che esiste una PdL a mia firma e che il governo Meloni fino ad ora si è nascosto e si è rifiutato di tassare le banche per aiutare chi non riesce a pagare le rate dei mutui. Siamo contro l’aumento delle spese militari e l’asservimento dell’Italia agli interessi di Washington, combattiamo le lobby dell’azzardo e i grandi poteri di questo Stato. Non sto difendendo tutte le nostre scelte. Ma Conte ha ereditato un Movimento in piena crisi identitaria guidato da un Luigi Di Maio appiattito alle logiche di Draghi. E ci ha dato una seconda possibilità. Dobbiamo sfruttarla al massimo».
La vostra base elettorale ormai è confinata al Sud. Come convincerete gli altri? 
«Con un programma per posti di lavoro legati alla transizione ecologica e alla riconversione industriale. La nostra proposta politica avrà effetti in tutta Italia».
Tra le varie riforme è previsto anche un rimpasto ai vertici? A noi ha lei parlato come fosse il vice di Conte... 
«Sto guidando un gruppo parlamentare per il quale lavoro 24 ore su 24 e faccio il mio. Sinceramente sono già molto soddisfatto così e tutto quello riguarda la mia prospettiva si vedrà».

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