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Meloni in Cina, ricucito lo strappo di Di Maio

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Non ha ancora incontrato il capo supremo del colosso cinese, il presidente Xi Jinping, ma la premier italiana Giorgia Meloni ha già incassato un notevole successo nel corso della visita di quattro giorni che la vede impegnata in Cina fino a mercoledì. Ha infatti firmato ieri col primo ministro cinese Li Qiang il memorandum del cosiddetto Partenariato Strategico Globale che verrà attuato fra il 2024 e il 2027 per regolare i rapporti commerciali Italia-Cina con reciproci vantaggi in vari campi. Una “ripartenza” col piede giusto, dopo che l’Italia si era ritirata nel 2023 dal precedente memorandum sulla via della Seta perché ritenuto, in sostanza, squilibrato e invadente. La Meloni ha incontrato Li nella sontuosa cornice della Grande Sala del Popolo, sede del Parlamento di Pechino. Il documento impegna i due Paesi a collaborare in vari settori chiave: industria, tutela della proprietà intellettuale e delle indicazioni geografiche, sicurezza alimentare, turismo, ambiente e istruzione-ricerca.

Italia e Dragone collaboreranno anzitutto in fatto di automobili elettriche e fonti d’energia alternativa, specie considerando la prossima realizzazione in Italia di stabilimenti produttivi da parte di tre marchi cinesi di autoveicoli, CCIG, Jac Motors e Chery. La CCIG, in particolare, è specializzata in autobus a propulsione elettrica o, in alternativa, a idrogeno. La JAC Motors, che fabbrica auto di varia gamma, dalle berline ai SUV, sta adottando nuove batterie che promettono un’autonomia di 1000 km. La Chery, infine, è pure un noto marchio cinese che sforna anche utilitarie. 

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