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Vincenzo De Luca denunciato, retroscena: il piano del Pd per non ricandidarlo

Andrea Muzzolon
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Un insidioso ciclone giudiziario e politico sta per colpire il presidente della Campania, Vincenzo De Luca. Ieri è arrivata la notizia della denuncia presentata da Ciro Fiola, presidente nazionale di Aicast ed ex presidente della Camera di Commercio di Napoli, nei confronti del governatore della Regione. All’origine del contenzioso, la guida della Camera di Commercio partenopea. Lo scorso aprile, la Regione aveva commissariato l’organo camerale affidandone la guida a Maria Salerno. Alcuni giorni fa poi, con un altro decreto, De Luca ha nominato un nuovo commissario- il prefetto Raffaele Cannizzaro - bloccado, di fatto, l’elezione del presidente. Una decisione che ha mandato su tutte le furie Fiola, convinto di avere i numeri per tornare alla guida della Camera di Commercio. La denuncia nei confronti del governatore mira a evidenziare «gravi irregolarità che stanno caratterizzando la mancata emissione del decreto per la composizione del nuovo Consiglio Camerale».

Starà ora alla magistratura chiarire la legittimità delle mosse di De Luca. Quello che è certo però, è che la denuncia di Fiola avrà ripercussioni politiche: nella maggioranza in Consiglio regionale, fra le fila del Pd, siede infatti la figlia del presidente di Aicast, Bruna Fiola. La consigliera, che alle ultime elezioni portò in dote 20 mila preferenze, potrebbe ora farsi promotrice della fronda dem contraria al terzo mandato dell’ex sindaco di Salerno.

Se la denuncia non fosse un atto di guerra sufficientemente chiaro, in conferenza stampa papà Ciro ha minacciato il sopraggiungere della «giustizia politica». Ecco quindi che, in vista della fine del mandato regionale, si fanno largo nuovi scenari guardati con molto interesse dallasegretria nazionale del Pd. Non è un mistero che Schlein e De Luca siano ai ferri corti e la leader vedrebbe solo di buon occhio la caduta dello sceriffo campano. Per presidiare il campo di battaglia, la segretaria si è affidata al deputato napolertano Marco Sarracino, in prima linea contro la ricandidatura del governatore. Ecco quindi che la sponda della Fiola potrebbe diventare determinante per proporre un’alternativa competitiva in vista delle regionali del 2025. E, volendo scavare ed essere un po’ maliziosi, il nome ci potrebbe già essere. Tutte le strade sembrano portare al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. A giocare un ruolo chiave potrebbe essere il fratello del primo cittadino, Massimiliano Manfredi. Consigliere regionale del Partito democratico, è cosa nota il suo strettissimo rapporto con Bruna Fiola, tanto che insieme gestiscono una delle correnti dem più influenti della città.

 

Dal Nazareno, Schlein osserva con attenzione e l’ipotesi Manfredi governatore la stuzzica. Non solo perché le consentirebbe di disfarsi di De Luca. Il sindaco, oltre ad aggregare numerose forze attorno a sé, gode del sostegnodi Giuseppe Conte. Un dettaglio non da poco dato che l’obiettivo della leader del Pd è rilanciare il campo largo a ogni livello. In più, un’intesa su Manfredi in Regione lascerebbe libera la fascia tricolore di Napoli. Un ruolo molto ambito in casa M5S, specie dall’ex presidente della Camera Roberto Fico, ancora in attesa di ricollocazione. L’empasse alla Camera di Commercio rischia di trasformarsi in un boomerang pericolosissimo che potrebbe consegnare De Luca all’abbraccio mortale di Pd e grillini.

 

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