Giovanni Toti si è dimesso, vince l'assedio giudiziario
La voce circolava dalla vigilia con insistenza e ha trovato puntualmente conferma: Giovanni Toti si è dimesso dalla carica di presidente della regione Liguria. La l.ettera di dimissioni è stata consegnata nella mattinata di oggi, venerdì 26 luglio, all'ufficio protocollo della Regione dall'assessore della Lista Toti, Giacomo Giampedrone. Si conclude così la parabola di Toti governatore: vincono i magistrati, vincono le inchieste, vince ancora una volta l'assedio giudiziario.
Nella lettera, l'ormai ex governatore ha scritto: "Io sottoscritto, Giovanni Toti, con questa mia rassegno dimissioni irrevocabili da presidente della Giunta regionale della Liguria, carica alla quale sono stato proclamato con atto dell’ufficio centrale per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale della Liguria presso la Corte di appello di Genova in data 8/10/2020. Inoltro questa mia alle autorità in indirizzo per tutte le competenze di legge relative alla gestione transitoria dell’ente e l’avvio delle procedure per l’indizione di nuove elezioni", scrive Toti.
E ancora, aggiunge: "Mi assumo tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro. Fino ad oggi il Presidente ad interim Alessandro Piana, la Giunta, la maggioranza tutta, che ringrazio di cuore, si sono assunti l’impegno di evitare il blocco dell’Ente, rispettando tutti gli impegni presi e portando avanti progetti e cantieri, con senso di responsabilità, capacità, onore. Lo hanno fatto anche di fronte ad una opposizione che, lontana dall’attitudine istituzionale richiesta dal momento, ha saputo solo cavalcare la complessa situazione, dimentica dei suoi stessi valori del passato, di ogni civiltà giuridica, della Costituzione e di quella cultura di governo che dovrebbe rappresentare chi si candida alla guida di una comunità".
Il governatore si trovava agli arresti domiciliari dallo scorso 7 maggio. Toti, accusato di corruzione, si trova nella sua villa di Ameglia, in provincia di La Spezia. In due differenti circostanze era stata respinta l'istanza con cui l'ormai ex governatore chiedeva la revoca degli arresti domiciliari, mentre lo scorso 18 luglio era stato raggiunto da un secondo ordine di custodia cautelare (proprio nel giorno in cui la sinistra si era ritrovata in piazza a Genova per chiederne le dimissioni), spiccato nell'ambito della medesima inchiesta. Da un punto di vista dell'iter giudiziario, le dimissioni da governatore aprono le porte alla revoca degli arresti domiciliari.
Dopo le dimissioni, durissimo il commento della Lega: "In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti. La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista”, conclude la nota del Carroccio.