Giovanni Toti, via la parola "presidente": a un passo dalle dimissioni
Segnali. Ieri, durante il Consiglio regionale, la lista civica di Giovanni Toti ha cambiato nome, passando da “Cambiamo con Toti presidente” a un più sobrio “Lista Toti Liguria”. Potrebbe essere un’indicazione alquanto pregnante del fatto che il governatore, agli arresti domiciliari dal 7 maggio, è sempre più orientato sulla via delle dimissioni, che, nelle sue speranza, potrebbero restituirgli la libertà. Nell’ordinanza del Tribunale del Riesame che infatti due settimane fa ha respinto la scarcerazione del presidente è scritto chiaramente che l’ostacolo maggiore alla revoca degli arresti, caduto il pericolo di inquinamento delle prove, è il mantenimento da parte dell’indagato della carica. Un secondo elemento che lascerebbe presagire la resa al ricatto della Procura, è dato dal fatto che il Consiglio Regionale ieri ha approvato il bilancio, e quindi Toti lascerebbe con i compiti a casa fatti.
Ormai resterebbero da definire, secondo alcune persone vicine al presidente, solo i tempi e i modi del grande passo. Oggi è prevista la cerimonia di riapertura della “Via dell’Amore”, nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, il cui accesso sarà libero per tutti da domani. È prevista la presenza del ministro del Turismo, Daniela Santanché, del vicepresidente della Regione facente funzioni, il leghista Alessandro Piana, dell’assessore regionale e fedelissimo totiano Giacomo Giampedrone e di quello al Turismo, Augusto Sartori. Non è esclusa anche una puntata del presidente del Senato, Ignazio La Russa. Sarà una giornata storica per la Regione, e sarebbe anche un modo per il governatore di chiudere in bellezza il proprio mandato, anche se delle dimissioni troppo ravvicinate oscurerebbero l’evento.
Quanto alla strategia di Toti dopo le sue eventuali dimissioni, che se date entro fine agosto porterebbero la Regione al voto il 17 novembre, sicuramente sosterrà la lista che porta il suo nome e che ha otto consiglieri uscenti. Il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ieri ha espresso solidarietà al presidente, condannando come «molto severa» la decisione della Procura e del giudice per le indagini preliminari di comminargli gli arresti domiciliari ma ha anche aggiunto che, in caso di dimissioni, decisione che spetta solo all’interessato, il centrodestra sarebbe pronto a una campagna elettorale per mantenere la Regione, in barba a chi vuol strumentalizzare le vicende giudiziarie». In realtà, il nome del successore di Toti, al momento, neppure si staglia all’orizzonte. È plausibile che la decisione finale sarà presa a Roma e non a Genova. Da segnalare che, con la Lega e Matteo Salvini in prima fila nella difesa, il centrodestra non ha mai mollato Toti.
Nel caso il governatore si decidesse al passo indietro, lo farebbe sulla base di valutazioni personali, sia di natura giudiziaria, per potere recuperare, con la libertà, la possibilità di parlare ai propri elettori, sia di natura politica, per non logorare la propria giunta rimanendo agli arresti, una misura che la Procura, in caso di mancate dimissioni, sarebbe disposta a prorogare fino alla fine del 2025.
A non spaventare invece il governatore è l’ipotesi del giudizio immediato, che i pm possono chiedere solo fino al ritorno in libertà dell’indagato. Toti ha fretta di chiudere il prima possibile la sua vicenda giudiziaria e rimpadronirsi del proprio futuro. Anche a questa speranza sarebbero legate le eventuali dimissioni.