Tajani e le dimissioni di Toti: "Pronti alla campagna elettorale. Fitto? Niente rimpasto"
Il possibile voto anticipato in Liguria, il commissario italiano in Ue da nominare, Trump, Putin e la Nato. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, leader di Forza Italia, affronta tutti i temi politici in una intervista in radio a Non stop news su Rtl 102.5.
L'Italia riuscirà a spuntare un commissario di peso in Europa nonostante il no di Giorgia Meloni al bis di Ursula Von der Leyen? "Io credo assolutamente sì", risponde secco Tajani, secondo cui Raffaele Fitto "sarebbe un eccellente candidato, se ne parlerà all'interno del governo, lui conosce bene le istituzioni europee" e dunque ha "le carte in regola per fare bene il commissario e non fare solo lo stagiaire".
Fitto "è il più indicato, ma non vedo rimpasti all'orizzonte - mette in chiaro il forzista -, si distribuiranno le competenze immagino, ma non vedo rimpasti né problemi per la maggioranza".
Sul fronte interno, tengono banco i rumors sulle possibili dimissioni del governatore ligure Giovanni Toti, agli arresti domiciliari da quasi tre mesi perché coinvolto in una maxi-inchiesta per corruzione. "Toccherà a Giovanni Toti decidere" se lasciare o meno l'incarico "ma mi pare molto severa la decisione di infliggere gli arresti domiciliari se Toti non dovesse dimettersi", ha affermato Tajani. "Siamo pronti ad avviare una campagna elettorale per continuare a governare la Liguria in barba a chi volesse sfruttare" questa vicenda a suo vantaggio.
Passando ai temi internazionali, la decisione del segretario generale Jens Stoltenberg di nominare uno spagnolo come inviato per il Sud è stata "una scelta personale". "Stoltenberg è in uscita, toccherà poi all'olandese Rutte", come nuovo segretario, "nominare l'inviato" e io auspico che "Rutte tenga conto dell'esperienza dell'Italia" in relazione al quadrante mediterraneo, ha aggiunto Tajani.
Sulla guerra in Ucraina, il capo della Farnesina sottolinea il "grandissimo ruolo" della Cina "da svolgere per convincere la Russia" a sedersi a un tavolo della pace e a porre fine all'aggressione contro Kiev. "Ha fatto benissimo il ministro ucraino Kuleba ad andare in Cina", ha detto ancora Tajani, confermando l'imminente visita di Meloni a Pechino e anche la sua visita "al fianco del presidente della Repubblica" in autunno. "L'importante è che si lavori per una pace giusta", ha aggiunto. "Spero che la Cina possa partecipare alla prossima conferenza di pace, ma sarebbe positivo se lo facesse anche la Russia", ha affermato.
A novembre si vota negli Stati Uniti e la vittoria di Donald Trump potrebbe cambiare le carte in tavola: una volta che sarà finita la campagna elettorale, qualora dovesse vincere, secondo Tajani Trump "si renderà conto dell'importanza dei rapporti con l'Europa. "Mi auguro, sulla questione dei dazi, che ci sia una discussione fra gli Usa e l'Europa che non danneggi le nostre esportazioni".