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Laura Boldrini, la lezioncina tutta da ridere: "Sono rimasti solo Salvini e Vannacci!"

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Il tema dell'utilizzo dei nomi femminili per le cariche pubbliche continua a tenere banco. Nonostante il ritiro del ddl con primo firmatario il senatore della Lega Manfredi Potenti, in cui si chiedeva lo stop all'uso della declinazione femmnile negli atti ufficiali (per esempio, vietata la parola "sindaca"), le polemiche non sembrano placarsi.  A scatenarsi con il leader del Carroccio, Matteo Salvini e il generale e neo eurodeputato Roberto Vannacci, è l'ex Presidente della Camera, Laura Boldrini che ospite di La7 all'Aria che Tira ha voluto dare la sua, la consueta lezioncina con dito alzato di etica e moralità.

"La lingua va avanti come va avanti la società. Negli ultimi decenni non c'è più un ambito sociale in cui le donne non siano arrivate. Non esiste più un club solo per uomini", tuona la deputata che sui social si definisce fieramente femminista. E ancora, ricorda che le donne "vanno nello spazio, le donne lavorano nei porti, le donne sono presidenti della Repubblica, presidenti del Consiglio". Per Boldrini "il linguaggio deve accompagnare il cambiamento sociale" e dunque secondo la politica "è strano che c'è chi trova inaccettabile dire ingegnera, sindaca, avvocata, ministra mentre va bene dire operaia e contadina".

 

 

 

Per Laura Boldrini si tratta dunque di classismo: "Si sale di classe sociale e il femminile diventa un problema, un tabù. E questo - continua - vuol dire che c'è una resistenza culturale perché la nostra lingua si declina al femminile e al maschile. Il neutro non esiste e quindi noi dobbiamo assolutamente prendere atto che la società è cambiata". Per la deputata, a non essersi accorti dei cambiamenti in atto "sono rimasti solo Salvini e Vannacci", conclude la sua intemerata.

L'aria che tira, qui l'intervento di Laura Boldrin

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