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La camarilla dei compagni in cerca di un re

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Ogni giorno la sinistra suona la tromba dell’allarme fascismo, i democratici se la cantano e se la suonano, fanno e disfano, sono un caso psico-politico con vasta letteratura e l’aggravante dell’assenza di ironia. Si prendono sul serio. Se c’è un caso, non è solo culturale, è clinico. È quello di una storia di clan sprofondata sul sofà, pronta al check-in per il resort e giammai al check-up per Biden. Omologata e omogenizzata, racconta il mondo che va a rovescio quando perde e ha ritrovato la retta via quando vince.

Compagni, che meraviglia, una cosa da Truman Capote al quinto Gin Martini, sotto il tavolo. Rifiutarono Pasternak, dissero che Céline era “scadente” e la loro “Festa Mobile” continua senza la caratura e l’epilogo tragico di Ernest Hemingway (...)

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