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Giornalista aggredito da CasaPound, Pd e M5s senza vergogna: la colpa? Del governo...

Tommaso Montesano
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Sabato sera, Torino. Via Benvenuto Cellini, pub “Asso di bastoni”. La festa per il 16esimo anniversario del circolo, punto di ritrovo dei militanti di CasaPound, degenera in un’aggressione a un giornalista del quotidiano La Stampa, Andrea Joly, 28 anni, che stava riprendendo la riunione con lo smartphone. Due video, uno girato dallo stesso cronista, l’altro da alcuni abitanti che hanno ripreso la scena dall’alto, mostrano quattro persone che malmenano Joly dopo il rifiuto del giornalista di consegnare le riprese. Joly cade, si ferisce alle ginocchia, ha la maglietta lacerata. Poi, dopo essere riuscito ad allontanarsi, è costretto a farsi medicare in ospedale.

Fin qui la cronaca, con le indagini sull’accaduto affidate alla Digos torinese, che ha identificato due dei presunti autori dell’aggressione. Ma quanto accaduto nel capoluogo piemontese fin dalle prime ore della giornata diventa un caso politico, con l’opposizione che monta l’ennesima polemica contro il governo in nome del «clima di impunità» che avrebbe favorito l’aggressione al giornalista. Nel calderone finisce anche la richiesta di sciogliere «subito CasaPound e tutte le organizzazioni neofasciste», come intima l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini.L’equazione è semplice: quanto successo a Torino è figlio del «clima di impunità nei confronti delle aggressioni di matrice neofascista» di cui di fatto è responsabile Palazzo Chigi, come twitta Simona Malpezzi, senatore del Pd. «Sta alle istituziononi dare un segnale chiaro e privo di ogni ambiguità. Questa violenza va prima unanimemente censurata e poi punita».

 

 

Il sigillo lo mette a metà giornata la segretaria del Pd, Elly Schlein. È lei che ufficializza il salto di qualità nella polemica, tirando in ballo l’esecutivo: «Esprimo grande preoccupazione per il clima di impunità che continuiamo a registrare di fronte a episodi così gravi: cos’altro dobbiamo aspettare perchè vengano sciolte, come dice la Costituzione, le organizzazioni neofasciste? Chiediamo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di intervenire immediatamente». Il segretario dem torinese, Marcello Mazzù, pare di vederlo mentre intima: «Chiediamo all’autorità giudiziaria e alle Forze dell’ordine di intervenire per mettere fine a questi raduni grotteschi e inquietanti di stampo fascista che sono chiaramente fuori legge».

È il via libera. I dem fanno a gara a chi lancia l’allarme di livello più elevato. Ecco il campionario. «Soffia un vento cattivo. Perché CasaPound non è stata ancora sciolta? Il governo esca dal silenzio e dall’inerzia» (Anna Ascani, vicepresidente della Camera). «Sembra una vicenda dei primi anni ’20, quelli dello squadrismo con le camionette» (Marco Furfaro, segretaria nazionale Pd). «Questa è l’ennesima dimostrazione di quanto ogni rigurgito fascista sia pericoloso. Meloni intervenga e sciolga queste organizzazioni, non sia complice» (Alessandro Zan, europarlamentare). « C’è un clima ostile nel Paese nei confronti dei giornalisti e anche gli attacchi continui da parte di esponenti politici della maggioranza nei confronti della stampa favorisce questo clima di delegittimazione» (Sandro Ruotolo, europarlamentare).

Da Avs il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, accusa l’esecutivo di lassismo nei confronti delle organizzazioni “estremiste”: «Le autorità agiscano immediatamente per identificare i responsabili. Ministro Piantedosi, cosa aspetta a intervenire? È inaccettabile che nel 2024 ci siano ancora gruppi neofascisti che agiscono impunemente. Sciogliete immediatamente queste organizzazioni criminali». Il suo collega di alleanza, Nicola Fratoianni, fa l’esame di grammatica alle dichiarazioni di condanna degli esponenti della maggioranza: «Tutti gli esponenti politici e di governo della destra che finora hanno parlato si son ben guardati dall’utilizzare la parola “fascisti”». Mentre il grillino Gaetano Pedullà promette di portare il caso dello «squadrismo di destra» all’Europarlamento.

Si tratta di colpi a salve per almeno due motivi. Il primo: Meloni interviene con una nota nella quale, oltre a esprimere «solidarietà» al giornalista, definisce «inaccettabile» l’aggressione aJoly. «Un atto di violenza che condanno con fermezza e per il quale mi auguro i responsabili siano individuati il più rapidamente possibile. L’attenzione del governo è massima e ho chiesto al ministro Piantedosi di essere aggiornata sugli sviluppi del caso». La seconda: due dei presunti aggressori, entrambi militanti di Casapound, sono stati identificati già nel pomeriggio di ieri. «Nel nostro Paese, tanto più con il nostro governo», esprime soddisfazione il titolare del Viminale, «non ci sarà mai spazio per la violenza di qualsiasi matrice, soprattutto se perpetrata con finalità discriminatorie o ai danni di soggetti fragili odi chi svolge particolari e fondamentali funzioni».

 

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