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Covid, operazione-terrore a sinistra: vogliono imporci ancora le mascherine

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Daniela Mastromattei
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La stessa sinistra che ha gestito (e male) la pandemia - tra irrazionali lockdown, banchi a rotelle e allarmanti conferenze serali a reti unificate - ci riprova. Noi non abbiamo dimenticato la mancanza di trasparenza che ha contraddistinto quella fase politica. Le plurime inchieste giudiziarie (e giornalistiche) ne sono una prova e faranno il loro corso, intanto hanno svelato una serie di opacità e problemi aperti (dal Pfizer-gate ai disatri legati alle mascherine fino ad alcune restrizioni della libertà dal sapore incostituzionale). L’impressione è che la sinistra non ne abbia mai abbastanza. E, dicevamo, ci riprova, senza vergogna. «Il monitoraggio dell’Iss certifica un nuovo balzo in avanti dei contagi da Covid-19 del 66,7 per cento, che salgono così a 8.940, l’Oms riferisce che in Italia i casi di malattie respiratore tra i positivi al virus sono aumentati di cinque volte». Attacca la senatrice Beatrice Lorenzin, vicepresidente del gruppo Pd, rincarando la dose per seminare quell’insensato terrore per farci andare di traverso le vacanze: «I medici di famiglia denunciano che stiamo assistendo a un aumento dei ricoveri ospedalieri di persone ultra sessantacinquenni e a un incremento delle morti per Covid-19 o per complicanze legate al virus».

Ed ecco l’ex ministra della Salute pronta a lanciare l’allarme pandemia alla fine dell’estate: «Di fronte a questi dati vorremmo capire dalle istituzioni sanitarie cosa si prospetta per l’autunno e quali provvedimenti si siano intrapresi a titolo precauzionale. Per questo motivo, chiederemo chiarimenti al ministero della Salute. Vogliamo capire cosa sta accadendo e quali misure si stanno adottando o verranno adottate per proteggere la salute pubblica e se non si ritiene opportuno reintrodurre l’uso delle mascherine nelle strutture sanitarie». Qualche ora prima della Lorenzin era stata Luana Zanella, capogruppo alla Camera di Avs, a reclamare l’intervento del governo in modo perentorio: «Non può restare fermo». «Chiediamo almeno che abbia il coraggio di raccomandare le mascherine e di ripristinare l’obbligo per la rianimazione tolto 14 giorni fa dal ministro della Salute».

 

 

 

Probalmente a Lorenzin e Zanella sfugge un particolare: l’ordinanza che imponeva l’obbligo delle protezioni nei reparti non è stata rinnovata, poiché non c’è alcuna epidemia. Inoltre il ministro Schillaci ha lasciato alle direzioni sanitarie delle strutture la responsabilità di decidere come e quali restrizioni applicare qualora fossero necessarie. Dove sono assistiti i fragili sono gli stessi medici a disporre come proteggerli anche da una comune influenza (per loro grave). «Non bisogna fare allarmismi ma tenere la situazione sotto attento monitoraggio», conferma il capo della Protezione del ministero della Salute, Francesco Vaia. Seguendo questa saggia linea di responsabilizzazione sia negli ospedali, sia nelle Rsa, «si va a difendere e proteggere prima di tutto i grandi anziani, i pazienti oncologici e gli immunodepressi». Ma più che altro chi in questi giorni vorrebbe farci rimpiombare nel panico, per farci uscire di casa con la mascherina e ricominciare a guardare con sospetto chi accenna un colpo di tosse, dovrebbe sapere che le ultime varianti del virus non sono in grado di portare l’infezione fino ai polmoni, ma generalmente si fermano nelle alte vie respiratorie, lo riporta persino Repubblica in un articolo uscito ieri proprio sul Covid.

Poi ci sono i soliti sinistra che accusano il governo di non diffondere i dati. Falso. I numeri dei contagi vengono diffusi ogni venerdì sul sito del ministero della Salute. E, per fortuna, non strombazzati ogni giorno da tutti i mezzi di informazione (e disinformazione). «Credo che continuare a parlare di Covid facendolo diventare, ogni volta che c’è un incremento del numero di casi, argomento da prima pagina dei giornali, mentre invece le migliaia di persone che muoiono ogni giorno in Italia di infezioni da batteri resistenti non hanno mai nessuna ribalta, sia un errore clamoroso di comunicazione, che continua ad alimentare il complottismo e il mondo no-vax». Sono parole di Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova. Persino lui spiega che questo virus per la popolazione generale non è più un problema: «Fra vaccini fatti e varie infezioni da Covid che hanno stimolato il nostro sistema immunitario, oggi assomiglia di più a un virus del raffreddore che non al virus della polmonite del 2020»

 

 

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