Liti tra Lega e Forza Italia, da FdI arriva l'ultimatum
È un centrodestra che arriva alle soglie di agosto dopo mesi di mutamenti sostanziali. È cambiata la geografia nella coalizione, con Forza Italia che ha sopravanzato la Lega alle elezioni europee; è stato messo in moto il cantiere delle riforme, dove trovare la sintesi ha coinciso con un lavoro di cucitura non sempre facile, e lo si è visto con il ddl sull’autonomia differenziata.
Le collocazioni in campo europeo, da sempre diverse nel centrodestra, in questa fase storica dove la politica comunitaria si intreccia con la complessità dello scacchiere internazionale creano più discussioni che in passato. A fare da sfondo, la fisiologica necessità che ha ogni partito della coalizione a distinguere il proprio messaggio. Dopo il voto dell’Europarlamento che ha validato la presidenza di Ursula von der Leyen, Forza Italia e Lega si sono scambiati i botta e risposta. I primi accusano i secondi di essere nella maggioranza comunitaria con il Pd e i Verdi, i secondi accusano i primi di essere ininfluenti, all’opposizione nel gruppo dei Patrioti (compagine fatta nascere da Orban). «Potrei dire che chi ha votato no ha votato come Salis e Conte -ha detto l’altroieri il Segretario azzurro Antonio Tajani- ma sarebbe una risposta puerile». Frizioni che risentono del percorso di queste ultime settimane.
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IL CALENDARIO
Ieri, parlando con l’Ansa, il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon ha affermato: «Registriamo una certa fibrillazione determinata dalla campagna elettorale per le europee, con qualche stralcio che è volato per la scelta della presidente della Commissione. Noi faremo il possibile affinché ci sia la piena disponibilità da parte degli alleati a realizzare il programma elettorale per cui siamo stati eletti nei tempi previsti. Abbiamo un calendario d’Aula fittissimo e delle riforme da portare avanti. Se dovessimo riscontrare una direzione diversa da questa, porremo una questione politica all’interno della coalizione». Dunque, il messaggio che arriva dal principale partito di governo è chiaro: se si dovesse superare il superamento del livello di guardia della conflittualità, allora verrà posta la questione.
Intanto, il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi ha gettato acqua sul fuoco nell’analisi del voto all’Europarlamento e parlando a Skytg 24 ha spiegato: «Noi siamo nel Ppe di cui la von der Leyen fa parte e infatti l’abbiamo votata chiedendole un programma differente e questo è successo basta leggere il documento sottoposto al Parlamento europeo». E ancora: «Salvini è stato coerente votando contro come ha sempre detto. Le istituzioni europee funzionano in modo differente, chi si isola conterà meno nei dossier e non avrà incarichi. Ma è una questione tecnica e non politica perché in Europa funziona così».
EQUILIBRI EUROPEI
Quanto alla decisione di Fratelli d’Italia, partito della Presidente del Consiglio, di votare contro Von der Leyen, Nevi spiega: «Anche Meloni aveva detto che non avrebbe mai fatto maggioranza con i socialisti e i verdi ed è stata coerente. E la sua scelta non inciderà sul futuro delle politiche in commissione perché, chi consce bene il funzionamento delle istituzioni europee, sa che sulle singole votazioni si formano o si disintegrano maggioranze».
Al di là di questo, rimane il lungo percorso da compiere sul piano dell’agenda e l’approvazione delle leggi. Ieri, il capogruppo al Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri ha sottolineato: «Ormai ci siamo rassegnati a un monocameralismo di fatto per i decreti perché c’è il discorso dell’urgenza. Ma almeno sui disegni di legge gli emendamenti chiediamo che vengano discussi ed esaminati».
Il tema è il codice della strada, che pende al Senato e la Lega vorrebbe approvare entro luglio in via definitiva mentre gli azzurri hanno presentato cinquantaquattro emendamenti, undici invece sono quelli di Fratelli d’Italia. «Siamo pronti anche a ridurne sensibilmente la portata- ha aggiunto- però su questo disegno di legge, così come su altri, vogliamo poter parlare e dire la nostra».