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CasaPound, Donzelli: "Ma quando bruciano i manichini della Meloni..."

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"La violenza non ha colore. Va condannata punto. Che venga compiuta da una parte o dall'altra". Questo è - in sintesi - il pensiero di Giovanni Donzelli riguardo all'aggressione al giornalista della Stampa a opera di alcuni militanti di CasaPound. Secondo il deputato di Fratelli d'Italia, non ci sono aggressioni di Serie A e di Serie B. "Troppe volte vediamo a sinistra un'indignazione a intermittenza, come le luci di Natale: pronti a puntare il dito contro l'avversario e a chiudere un occhio con l'amico - sottolinea Donzelli -. Noi invece siamo molto chiari nel condannarla, sempre e comunque".

Come spiega Donzelli, in passato gli esponenti politici di sinistra hanno avuto non poche difficoltà a condannare alcuni gesti compiuti da loro simpatizzanti nelle piazze italiane. "Chi si indigna a seconda del colore politico crea un clima sbagliato nel Paese - sostiene il parlamentare -. Non ci sono estremisti giusti e sbagliati. Noi condanniamo la violenza. Invece ho sentito il silenzio quando venivano bruciati i manichini di Giorgia Meloni in piazza. E non una parola, da Giuseppe Conte e da Elly Schlein, quando alla Camera si voleva invitare a parlare, con tutti gli onori, una persona che insultava pesantemente la senatrice Liliana Segre. Gli estremismi - aggiunge - vanno sempre condannati".

 

 

E a chi chiede di sciogliere organizzazioni neofasciste come CasaPound, Donzelli risponde: "Non facciamo confusione. Ci sono leggi molto chiare in Italia. Se ci fossero organizzazioni pericolose o neofasciste il potere giudiziario potrebbe chiuderle - ricorda il deputato -. Non voglio vivere in una Nazione in cui la politica sceglie quali organizzazioni si possono chiudere o aprire. Non sarebbe democratico. L'Italia è uno Stato di diritto e c'è la separazione dei poteri. Se ci fosse un giudice che ravvisasse dei pericoli - conclude -, sarebbe lui la persona titolata a muoversi in questo senso".

 

 

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