Von der Leyen, Meloni: "Perché Pd e M5s mi insultano. Secondo voi sono credibili?"
Una lunga intervista, concessa al Corriere della Sera, in cui Giorgia Meloni fa il punto politico dopo il voto contrario alla rielezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue. Un "no" doveroso, considerato lo sbilanciamento verso i socialisti e l'accettazione delle istanze dei Verdi, oltre che dei loro voti. Un "no" che è segno di coerenza e che, spiega la premier, non rende affatto più isolata l'Italia, così come le rinfacciano le opposizioni da che ha rifiutato di piegarsi ai diktat e alle alleanze di Ursula.
Nell'intervista sul Corsera, ecco che le ricordano che "pur di non stare con verdi e socialisti lei ha schierato l’Italia all’opposizione di quella che von der Leyen, commentando il no di FdI, ha definito maggioranza democratica". E Meloni risponde: "Io ho detto che il mio partito non avrebbe fatto una maggioranza con la sinistra di ogni colore e non l’ho fatta. Ma questo non ha nulla a che fare con il ruolo dell’Italia, che non è dato dalle scelte dei partiti della maggioranza in Parlamento, ma dal suo peso all’interno dell’Unione europea e dalla credibilità del suo governo. Dopodiché mi pare che in pochi conoscano le dinamiche europee, dove le maggioranze alla prova dei fatti cambiano da dossier a dossier e i partiti della maggioranza italiana, dato il loro peso, possono ampiamente fare la differenza".
Quando le chiedono se questo significa che potrebbe votare anche con il Pd, risponde: "Nella passata legislatura è successo. Se le opposizioni vorranno collaborare sui vari provvedimenti, in base all’interesse italiano, ne saremo ben felici". Sull'ipotesi che alcuni europarlamentari FdI possano aver votato a favore di von der Leyen per neutralizzare i franchi tiratori, taglia corto: "Lo escludono i numeri. Rispetto alla maggioranza che von der Leyen aveva sulla carta ci sono oltre 50 voti in meno. Se l’avessimo votata noi, mancherebbero circa 80 voti. Significa che la von der Leyen in realtà non ha una maggioranza? Interessante..."
Inoltre, un passaggio molto duro contro Pd e M5s, sui loro affondi per il "no" alla von der Leyen. "Le polemiche bisogna saperle leggere anche nella loro serietà", premette il premier. A chi si riferisce? "Il M5S mi insulta perché ho votato come loro, il Pd perché non ho votato come loro dopo aver loro stessi minacciato di non sostenere von der Leyen se si fosse azzardata a dialogare con me. E tutti insieme insultano i partiti del centrodestra per aver votato in modo difforme, esattamente come hanno fatto loro. La credibilità della predica si valuta sempre anche dall’autorevolezza del pulpito", conclude Giorgia Meloni.