Venezia, dopo l'inchiesta centri sociali e attivisti assaltano il palazzo del Comune
Spinte, discussioni, fischi, urla. E poi l’occupazione - con la forza - della Ca’Farsetti, sede del Consiglio comunale di Venezia, all’indomani dell’arresto dell’assessore Renato Boraso e dell’avviso di garanzia notificato al sindaco Luigi Brugnaro per l’ipotesi di reato di danni alla pubblica amministrazione. Ad agitare un pomeriggio già di per sé complicato, facendolo diventare di tensione, poco dopo le 14 è stato un centinaio di attivisti di vari comitati cittadini (ma anche associazioni studentesche per la salvaguardia di Venezia e semplici abitanti della città) assembrati nell’androne di ingresso al piano terra di Ca’Farsetti: i dimostranti - al grido di «a casa, a casa, vergogna, vergogna» - hanno tentato fin da subito di salire nell’aula consiliare al piano superiore, sgomitando e affrontando a spinte gli agenti della Polizia municipale sullo scalone di accesso, e poi sono riusciti a raggiungere la sala del Consiglio.
L’intento era quello di impedire che si svolgesse la riunione che prevedeva all’ordine del giorno, tra l’altro, l’assestamento di bilancio, e di creare caos. E così è stato. Perché negli interventi delle opposizioni sono scattate le richieste di «congelamento» del dibattito, fino alle «dimissioni» della Giunta. Richieste alle quali hanno ribattuto, tra i fischi del pubblico, gli esponenti di maggioranza che hanno invocato la «necessità e il dovere di proseguire nell’attività amministrativa». Non solo. Altra accusa della minoranza è stata quella delle scarse presenze di Brugnaro ai lavori in aula, e la richiesta di un chiarimento al più presto possibile. Già, il primo cittadino. Ieri non era presente e ha mandato un messaggio che la presidente dell’assemblea, Ermelinda Damiano, ha letto in apertura di seduta. «Come ho già anticipato ieri (lunedì ndr), in cuor mio ed in coscienza, so di aver sempre svolto e di continuare a svolgere l’incarico di Sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici, in trasparenza e in totale onestà», ha scritto Brugnaro.
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«Ieri (lunedì ndr) ho ricevuto un avviso di garanzia e, ovviamente, ho già dichiarato di essere e restare a disposizione della magistratura per chiarire tutte le questioni poste. Proprio per rispettare questa garanzia di difesa, che vale non solo per me, ma anche per le altre persone coinvolte- ha continuato il primo cittadino- sarò io stesso a chiedere di inserire all’ordine del giorno la questione, in uno dei prossimi Consigli Comunali, per riferire a voi consiglieri e a tutta la città, non tanto sulle questioni giudiziarie che, a questo punto, saranno affrontate nella sede loro propria, quanto sulle questioni di natura politica ed amministrativa collegate ed inerenti all’indagine stessa». Infine il sindaco ha spiegato che non si è presentato «perché non ho alcuna intenzione di trasformare l’aula in un campo di battaglia, senza aver analizzato nei dettagli tutta la situazione, per poter poi intervenire a ragion veduta».
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