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Luca Zaia, il decalogo per difendersi dai magistrati: "Niente bar", tutte le regole

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Non vuole avere problemi sul fronte giudiziario il governatore del Veneto Luca Zaia, che per questo - subito dopo la sua elezione nel 2012 - ha trasmesso alla sua giunta un decalogo di diverse norme volte a evitare episodi di commistione di interessi e malaffare. Episodi come quelli che ieri, martedì 16 luglio, hanno portato all'arresto dell'assessore del comune di Venezia Renato Boraso e alla notifica di un avviso di garanzia al sindaco Luigi Brugnaro.

Zaia, dunque, già dal 2012, ha imposto una serie di direttive indirizzate non solo ai dirigenti regionali, ma anche ai manager delle società partecipate e strumentali della Regione. Una sorta di scudo composto a una serie di norme norme, tra cui figurerebbe anche quella relativa agli "incontri al bar".  Nella circolare si chiede infatti di organizzare incontri esclusivamente all'interno di uffici regionali e nelle sedi di lavoro, "facendo in modo che di questi incontri si possa sempre trovare riscontro indicante i presenti e i temi affrontati". 

Secondo le indicazioni date da Zaia, inoltre, ogni riunione deve essere seguita da una relazione circostanziata in cui siano indicati obiettivi e tematiche dell'incontro per evitare anche possibili ingerenze degli interlocutori. La circolare in questione è datata gennaio 2012, due anni prima dello scandalo del Mose che portò a 35 arresti. In un'altra circolare di pochi giorni più tardi, invece, il governatore fa appello all'"importanza dell'incarico conferito" e alla "competenza e dedizione che tale ruolo richiede" e quindi alla necessità di garantire la massima trasparenza in ogni azione.

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