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Morace e M5s contro la maglia dell'Inter: ma è subito autogol in Europa

Ignazio Stagno
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Baci e abbracci. La pattuglia grillina all’Europarlamento è molto attiva sui social: clip autocelebrative e qualche lezioncina da Mélenchon che è andato a pontificare nel gruppo della sinistra europea di cui fa parte ormai anche l’M5S. E così tra una sterzata a sinistra e l’altra, Carolina Morace, tra i volti più noti dei pentastellati a Strasburgo, ha già fissato il primo punto in agenda: far cambiare all’Inter la maglia per la stagione 2024-2025. Il motivo? Secondo l’ex Ct della nazionale femminile, i nerazzurri avrebbero uno sponsor che, a suo dire, sarebbe fuorilegge.

Così con tanto di foto in posa sui social mentre guarda l’orizzonte (e oltre), la Morace tuona: «Una nota società del gioco d’azzardo è il nuovo sponsor dell’Inter e il suo logo sarà bello in mostra sulle maglie dei giocatori nerazzurra per quattro anni, in barba al Decreto Dignità che vieta la pubblicità delle scommesse sportive. Ringrazio il capogruppo M5S alla Camera Francesco Silvestri e il deputato Gaetano Amato per aver denunciato il mancato rispetto delle regole e per l’interrogazione presentata al governo». E ancora: «Il calcio svolge una funzione educativa e formativa importante nella nostra società, soprattutto verso i più giovani, e si deve fare attenzione ai messaggi che vengono veicolati. Il gioco d’azzardo è una patologia grave che coinvolge oltre 1,5 milioni di cittadini in Italia, secondo dati del Ministero della Salute. Chiediamo dunque all’Inter di rispettare le leggi e di mettere il bene comune davanti al mero profitto».

Insomma, dalle parti di viale della Liberazione staranno tremando, c’è da scommetterci su. Ops, la Morace ci passi il termine. Ma la grillina farebbe bene a studiare le carte del decreto Dignità (fortemente voluto dal per nulla rimpianto Gigino Di Maio). «Bettsson», questo lo sponsor che ha fatto infuriare l’allegra compagnia grillina, è un sito di intrattenimento sportivo e di fatto non rientra nella lista dei portali di scommesse messi al bando proprio dal decreto. Ma c’è di più. Massimo Capitanio, commissario Agcom, in una recente intervista ad Agipronews, ha spiegato che «già dalle prime istruttorie in tema di divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, l’autorità ha stabilito che la normativa non è violata se non c’è riferimento al gioco. Il logo sulla maglia sarebbe quello di un sito di intrattenimento sportivo. Finché resta tale, non mi sembra rientri nella fattispecie vietata dal decreto Dignità». Infatti il logo usato dai nerrazzurri sulla maglia si riferisce esclusivamente a un portale di «informazione sportiva».

Ma tutto ciò non basta a fermare la retorica dei 5 Stelle con il deputato grillino Gaetano Amato che attacca: «Sono settimane che denunciamo la totale inconciliabilità dell’accordo tra i campioni d’Italia e il colosso del betting con quanto dispone il decreto Dignità, già ampiamente aggirato in questi anni con la scusa dell’infotainment, ma che vieta espressamente la pubblicità del gioco d’azzardo. Sono più forti gli interessi di un club multimiliardario di calcio o la tutela delle fasce più deboli della popolazione, soprattutto i più giovani, esposti al rischio azzardopatia semplicemente perché appassionati di quello che dovrebbe essere il gioco più bello del mondo? Ci dicano espressamente se si sta aprendo così la strada ad uno stravolgimento del decreto Dignità sulla spinta delle lobby dell’azzardo». I nerazzurri dall’accordo con lo sponsor guadagneranno circa 30 milioni a stagione per 5 anni. Con buona pace dei “moralizzatori” grillini.

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