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Nicola Fratoianni? Scuola, calcio e ogni sport: vuole tutto "aggratis"

Andrea Tempestini
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Effetto-Mélenchon. La sinistra italiana galvanizzata dal guizzo alle urne dell’impresentabile leader francese si abbevera alla sua fonte e ne rilancia il peggio. Per esempio la patrimoniale (ancora!), invocata dall'intero clan della Marsigliese, così come lo ha ribattezzato Libero: da Schlein a Bonelli tutti insieme col sempiterno sogno di punire i ricchi. Ma l’effetto-Mélenchon si vede anche nelle piccole cose. E qui entra in campo Nicola Fratoianni, il quale nel nome di una scombiccherata lotta di classe chiede il «calcio gratuito».

L’assist, suo malgrado, lo serve Beppe Marotta, ad dell’Inter, che ragionando sul flop azzurro in Germania ha parlato di «calcio gratis». «Il calcio è diventato uno sport d’élite, le famiglie non possono più permetterselo e così perdiamo i talenti calcistici che ci sono nei ceti meno abbienti. Per questo dobbiamo pensare al calcio gratis», queste le parole di Marotta rilanciate da Fratoianni su Facebook. «Pensare il calcio gratis» è una formula che potrebbe assumere diverse forme, ma il leader di Sinistra Italiana declina il concetto in modo univoco: «Sono convinto che Marotta abbia ragione e che ponga un tema che non ha a che fare solo con lo sport», amplia subito lo spettro della gratuità. «Anche la scuola e l’università sono ormai diventate un lusso nel nostro paese e centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze non possono permettersi un’istruzione adeguata perché costa troppo. È la ragione che ci fa dire da tempo che in Italia l’istruzione deve essere gratuita dalla culla all'università». Anche la scuola gratis, per tutti e per sempre.

 

Per Fratoianni non ci sono altre vie, perché «altrimenti perdiamo milioni di possibili talenti, ma soprattutto viene messo in discussione il diritto all’istruzione, allo sport e al tempo libero. Che diventino campioni o no. Vale per l’istruzione, per il calcio e per lo sport». Conclusioni: scuola, calcio e tutti gli sport “aggratis”. Chi paga, chi finanzia tutto ciò – federazioni, strutture, professori, allenatori... non è dato saperlo. Forse ci penseranno proprio i ricchi. Basta la patrimoniale!

 

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