Daniele Capezzone inchioda Macron: "Cari elettori, il voto ci impone di fare diversamente da come avete votato"
Eccoci ad Occhio al caffè, la rassegna stampa politicamente scorrettissima curata da Daniele Capezzone, direttore editoriale di Libero. Si parte dalla Francia, da Emmanuel Macron, dalla lettera aperta inviata al "popolino" in cui di fatto chiede un'ammucchiata. Con alcuni distinguo, però. "Ieri pomeriggio Macron ha preso carta e penna e ha scritto ai francesi. È come se avesse scritto: cari elettori, il vostro voto ci impone di fare diversamente da come avete votato. È una presa in giro - sottolinea Capezzone -, l'ennesima piroetta tecno-autoritaria, l'idea per la quale vi sia un punto superiore al riparo dei rischi della democrazia. Sostanzialmente Macron auspica un taglio delle estreme e, letto tra le righe, il suo messaggio è un poderoso invito alle componenti meno mélenchoniane a mollare Mélenchon e a rendersi disponibile ad operazioni più centriste".
Dunque il capitolo del "vertice Nato, nuovi aiuti all'Ucraina. Il tutto con una formula molto evocativa ma poco concreta, ossia il percorso irreversibile. Bello, figo. Ma quando? Con che modalità? Stiamo freschi... Nel frattempo il vertice Nato di Washington è anche il palcoscenico dove viene testata la condizione psicofisica complessiva di Biden. L'altra notte sembrava in una fase up, prima degli inevitabili down". Sullo sfondo l'appello dell'icona progressista George Clooney affinché Biden si ritiri, appello a cui si è unita anche Nancy Pelosi.
"A Roma si vota la prima tranche della riforma della giustizia - riprende Capezzone -. Scatenati Il Fatto Quotidiano e soprattutto Repubblica. Attenzione all'uso però in chiave fortemente giustizialista, culturalmente giustizialista, anche del no alla revisione del processo a Rosa e Olindo, comunque la pensiate sul tema: la sensazione è che per alcuni la sacralità di ciò che la giustizia ha deciso non possa essere nemmeno messo in discussione, Gianluigi Nuzzi sulla Stampa per esempio usa toni da ghigliottina".
"Nel frattempo Ursula von der Leyen tratta con i Verdi, sembrano esserci le premesse per un qualche sostegno. Dunque tratta con Ecr ma già usa formule ambigue, dicendo che non ci sarà un'alleanza strutturale con Ecr. Ursula cerca voti ma senza esibire troppo gli interlocutori perché ogni pezzo da una parte farebbe saltare un pezzo dall'altra", rimarca Capezzone. E ora, buona rassegna a tutti.