Danilo Toninelli, il delirio sull'Italia di Spalletti: "Non so dove giocano"
Non mi piacciono diversi sport, non li seguo. Non amo il calcio e nemmeno i motori». Però dà lezioni su Euro 2024 e commenta pure dall’alto del suo pulpito di “Contro-Informazione” la disastrosa fine della nostra Nazionale. Stiamo parlando, ovviamente, dell’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Il suo programma che va in diretta sui social ha l’ambizione di “informare” smontando il mainstream. E a volte, nella foga di dover dire la propria su tutto il rischio è di perdersi. E così la clip di Toninelli sull’eliminazione degli azzurri dall’Europeo in Germania è diventata virale. Luoghi comuni, scarsa conoscenza dei fatti e approssimazione sono gli ingredienti perfetti per il « sermone dell’ex ministro. Dopo la premessa in cui afferma di essere «lontano dal calcio» parte il primo «vaffa». «Qua, quando si fa schifo, tutti rimangono al proprio posto, da Spalletti al presidente della Federazione, Gravina. Nessuno paga», afferma Toninelli.
E su questo non possiamo che essere d’accordo con lui dato che Libero ha consigliato agli azzurri di «andare a zappare» dopo il tonfo con la Svizzera. Ma il riccioluto Toninelli vuol sempre strafare e così per magia lancia in video una grafica in cui vengono elencati gli stipendi degli azzurri con tanto di nomi, cognomi, stipendi e logo delle squadre di appartenenza. E qui il commento si fa esilarante: «Hanno fatto tutti c***, guardate qui gli ingaggi. Donnarumma guadagna 6,5 milioni di euro, non so dove gioca (sic!). Poi c’è Barella, non so dove gioca e non so che simbolo sia quello lì, pure lui 6,5 milioni di euro. A seguire troviamo Bastoni, anche lui non so dove gioca, per lui 5 milioni e mezzo, ma c’è anche Chiesa, l’hanno gonfiato ma ha fatto schifo pure lui, 5 milioni l’anno. Ecco, prendete un anno del vostro stipendio, di quello che vi mettete in tasca e versatelo alla Caritas», tuona il moralizzatore «pancia a terra». Ma di fatto l’analisi sull’Europeo la fa urbi e orbi proprio Toninelli che non sa riconoscere il logo dell’Inter. Qualcuno, tra i follower che seguono gli sproloqui dell'ex ministro, gli fa una semplice domanda: «Ma scusa, questi soldi di cui parli li diamo noi ai giocatori? Sono soldi nostri che si mettono in tasca?».
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E qui casca la «patrimoniale azzurra» di Toninelli che comincia a soffrire per l’imbarazzo e risponde a denti stretti: «Ehm, questo non lo so ma mi fanno ribrezzo, mi fanno ribrezzo per le diseguaglianze economiche e sociali che viviamo». E qui, era nell’aria, arriva il paragone autocelebrativo: «Avete presente come abbiamo fatto noi grillini che ci siamo dimezzati lo stipendio da parlamentari restituendo una parte della nostra busta paga? Ecco i giocatori devono fare la stessa cosa». Populismo un tanto al chilo. Ma è un fiume in piena: «Adesso donate il vostro stipendo a un ente benefico, tanto avrete lo stesso i soldi per pagarvi le 80mila notti negli hotel extralusso...aiutate i c*** di poveri(...) e se non vinci ti prendi un calcio in c***».
LE SCATOLETTE DI TONNO
Tanti calciatori fanno beneficenza e di certo non avvertono Toninelli o lo avvisano con trillo sui social durante le dirette di “Contro-Informazione”. Insomma, dopo essere stato un grandissimo esperto di prezzi al dettaglio (ricordiamo le scorribande tra gli scaffali e le targhette delle uova di Pasqua), dopo aver dato lezioni sul prezzo dell’olio e sulla scatolette di tonno, Toninelli indossa i panni del “commissario tecnico” de noantri pur ammettendo l’ignoranza sulle vicende che riguardano il pallone. E forse Toninelli sarebbe stato un facile bersaglio per Palmiro Togliatti. Il Migliore al compagno Pietro Secchia fece una domanda interrompendolo nel corso di un intervento a Botteghe Oscure: «Che cosa ha fatto ieri la Juventus?». Secchia rimase basito e in silenzio. Togliatti lo fulminò: «E tu pretendi di fare la rivoluzione senza conoscere i risultati della Juve?». Ma Toninelli ormai la rivoluzione la fa dalla stazione di servizio controllando i prezzi delle rustichelle.