Il caso Roberto Salis? No a tutte le minacce (anche quelle contro Libero)
Le minacce, di qualsiasi tipo e natura, costituiscono sempre un atto vile e ripugnante. Dunque, in questo caso, non abbiamo alcuna difficoltà ad esprimere all’ingegner Salis la nostra piena solidarietà. Per le medesime ragioni, immaginiamo dunque che debba essere un omonimo dell’ingegner Salis (non certo lui!) il tipo che da giorni, sui social, dal suo account, insolentisce Libero, ci descrive come cani sguinzagliati contro la sua famiglia, e adesso – con sprezzo del ridicolo e anche delle accuse di calunnia che potremmo agevolmente rivolgergli – ci incolpa addirittura delle minacce che riceve.
Sì, sarà senz’altro un caso di omonimia. Devono esserci due Roberto Salis. Anzi, forse saranno tre, considerando l’altro ingegner Salis, quello che, prima di fratoiannizzarsi, sparava a palle incatenate contro comunisti, occupanti di immobili, tifosi dell’immigrazione illegale, e così via. Ma non divaghiamo. Per l’ennesima volta, ribadiamo ciò che i nostri lettori già sanno: qui a Libero non perdiamo la calma né il senso dell’umorismo né – soprattutto – la consapevolezza del nostro dovere giornalistico.
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Abbiamo difeso le garanzie di Ilaria Salis quando era ingiustamente portata in catene in un tribunale, e ora – con la stessa limpidità – chiediamo però che non si sottragga al processo, e non usi l’immunità per scappare dal giudizio. Inoltre, contestiamo alla figlia dell’ingegnere la partecipazione ad azioni di occupazione abusiva di immobili, e chiediamo che paghi il dovuto all’Aler: la sua ricca indennità parlamentare glielo consentirà agevolmente. Continueremo dunque a dare notizie, a produrre inchieste, a fare domande. E anche a ripeterle, ogni volta che furbi, prepotenti e comunisti si ostineranno a non rispondere.
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