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Gianfranco Fini, un clamoroso incontro al ristorante

Ginevra Leganza
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Ed eccoci a Le Carré Français, uno dei ristoranti più belli di Roma e dunque d’Italia. A cena c’è Eric Iorio, ex marito della Le Pen, e all’aperitivo Gianfranco Fini, ex capo di An (stavolta senza l’ex cravatta rosa e senza le Merit, ma con sigaretto in bocca e mocassino da barca a vela).

C’erano dunque loro due – i due ex del momento – e c’erano due o tre famiglie francesi a mangiare salumi corsi insieme ai frugoletti che gingillavano coi trenini. Iorio era al piano di sotto, con l’altra moglie, mentre Fini addentava quiche e scherzava coi camerieri: Merci beaucoup (lui che sa il francese e che, dopo la partita Inghilterra-Slovacchia, veniva a salutare gli amici e a seguire le elezioni d’Oltralpe). Un’atmosfera tutto sommato regolare, qui. In quest’angolo di Francia, o meglio di Bretagna, all’ombra del Palazzaccio, che in un certo senso – in senso stretto e largo – è pure un angolo di Vandea.

 

 

 

Sempre qui, dove il fu marito e il fu capo sono di casa – e dove Jildaz Mahé, il proprietario, per l’appunto bretone, offre foie gras la sera e cornetti al burro Tourage la mattina – Gianfranco Fini viene a farci colazione. Coi macarons, dice. E cioè coi popolarissimi pasticcini pucciosi che, come l’ex cravatta e il vino che beviamo assieme, son quasi sempre rosa. Così, fintanto che il mondo fuori è in psicosi, da Carré Français, a due passi da piazza Cavour, è tutto raclette&champagne. Sintonizzati, manco a dirlo, su C-News: la Fox News transalpina che commentava, domenica, la notte elettorale. Ed eccoci, dunque. Sono le sette e mezza, ed è già massimo allarme.

 

 

 

Sono le sette e tre quarti e i sociologi parigini e i premi strega in Italia son già tutti in ambasce. Massimo allarme ovunque. Ma non qui. Dove sono oramai passate le otto, il Rassemblement National è al 34 per cento e “le bloc macroniste”, tuona Marine, “est pratiquement effacé”... Macron è cancellato, dice Le Pen, e il fu terza carica dello stato (italiano) sorride. Affettuosamente le fa il verso, a Marine, il cui marito però non si vede. E' già andato via. Ma insomma... Marine che vai Jordan che trovi. Sicché sono all’incirca le nove, adesso, e le famiglie francesi rumoreggiano. Gingillano ancora coi trenini e le raclette quando si manifesta lui – il piccolo principe – e tutti tacciono.

Sullo schermo compare il ventottenne elegante. L’uomo che, per dirla con Giampiero Mughini, “nero è bello”. Il ragazzo insomma che dopo i Macron e gli Attal, dopo i Sarkozy o, addirittura, i Mitterand, cambia di nuovo i codici del maschio francese. Oggigiorno sovranista, sì, ma pure figo. Ed eccolo dunque, Jordan Bardella, a fare capolino su C-News in mezzo ai nostri chou di noci e formaggi di capra. Ecco il piccolo principe che di Mélenchon dice: «$ un pericolo esistenziale, è la rovina della nostra economia» (al che l’arco finiano s’incurva ancora: il presidente sorride).

Eppure Fini – tetragono – non ha rapporti con Le Pen, e Bardella non lo conosce. Sente piuttosto i Repubblicani, dice, fronte Sarkozy. E Giorgia? L’ha sentita oggi Giorgia, per le elezioni? «Oggi no. E comunque io non le ho mai chiesto niente. Anche se mi fanno fare il grillo parlante». In verità parla poco, l’ex capo. Piuttosto preferisce scherzare coi camerieri che gli versano del rosé di Provenza, qui, in quest’angolo di Francia. Dove tra bambini e macarons si ritrovano gli ex del momento: asse Roma-Parigi. L’ex capo (Fini) della capa (Giorgia) insieme con l’ex marito (Iorio) della moglie (Marine). Ex in esilio fra ostriche e champagne. Mica male. Merci beaucoup.

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