Ilaria Salis, delirio dopo il voto in Francia: "Peste sovranista"
"La Francia sta vivendo un momento cruciale della sua storia politica e l'Europa intera ne sarà interessata": Ilaria Salis, eurodeputata di Avs, lo ha scritto in un post su Instagram, commentando così le elezioni dello scorso weekend, che hanno visto trionfare la destra di Marine Le Pen. "Sebbene l'esito delle elezioni legislative sia ancora incerto - ha proseguito l'attivista, accusata di aggressione in Ungheria - per la prima volta dal governo collaborazionista di Vichy la destra radicale potrebbe insediarsi al governo del paese. Il che non può e non deve lasciarci indifferenti, a maggior ragione considerato l'ampio sostegno popolare di cui gode il Rassemblement National". Poi ha addirittura aggiunto: "La peste sovranista è certamente un fenomeno globale e differenziato a seconda dei contesti geografici e culturali, ma l'Italia ha rappresentato un importante laboratorio di sperimentazione, soprattutto per i vicini europei".
Secondo la Salis, "il progetto politico di Le Pen sembra aver tratto non poca ispirazione da quello di Meloni. L'immagine che accomuna le due esperienze eredi del fascismo storico riflette il desiderio di apparire come forza politica responsabile e rispettabile, come un'opzione di governo sostenibile per l'ordine economico neoliberista". La neo eletta al Parlamento europeo ha spiegato che ci sarebbe stato una sorta di restyling: "Da un lato, hanno cercato di ripulirsi pubblicamente dagli elementi più estremi e spaventosi, i quali non sono stati rimossi ma lasciati agire sottotraccia". E ancora: "Dall'altro, agli indispensabili sponsor capitalistici sono state fornite rassicurazioni e garanzie sulla continuità del vigente regime di accumulazione".
L'attivista ha spiegato che i problemi veri sono "la legittimazione e la copertura politica di cui la destra radicale dispone, che interpella tutti i 'sinceri democratici' i quali, compromesso dopo compromesso, hanno in qualche modo tollerato o persino assecondato questo processo". Poi ha parlato di "nuovi fascisti" dicendo che "agiscono secondo una strategia ben coordinata: una guerra di posizione a tutto campo, di gramsciana memoria". Infine un appello a dir poco eccessivo: "Senza la coerenza di farla finita con le ambiguità, senza il coraggio necessario a voler cambiare lo stato di cose presente andando a incidere sulle condizioni di vita delle 'persone comuni', ci stiamo scrivendo da soli la condanna ad abitare un tempo storico che avremmo sperato diverso. Che ciascuno faccia la propria parte!".