Danilo Toninelli e la surreale intervista con Pedullà: "200 anni di carcere a Farage"
C’è grande frenesia in casa Cinque Stelle per i primi giorni di scuola degli otto neo-eletti al Parlamento Ue. Una frenesia che ha quasi il sapore imbarazzante della foga. E ovviamente l’house organ dei grillini da qualche tempo è diventato il profilo social dell’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Sulla sua pagina Facebook, tra una scorribanda in autogrill a guardare i prezzi delle rustichelle e uno slalom tra le targhette degli scaffali con le uova di Pasqua, c'è spazio anche per la “Contro-informazione”, uno spazio dove parlano amici d’area toninelliana. E un paio di giorni fa è stato il turno di Gaetano Pedullà, direttore de La Notizia, quotidiano molto vicino alle posizioni di Giuseppi. I 29 minuti di intervista di Tonielli a Pedullà sono degni di nota. Innanzitutto Pedullà precisa subito che sta per lasciare tutti gli incarichi editoriali del suo quotidiano per evitare «ogni possibile conflitto di interessi». Pedullà come un manager consumato trasmette in pochi secondi tutta la sua irrefrenabile attesa per andarsi a prendere la poltronissima di Strasburgo: «Sto tornando da Bruxelles, sono di passaggio a Milano dove sto ultimando le operazioni per mollare tutto ed entro la proclamazione di metà luglio tutto sarà a posto». Applausi convinti di Toninelli.
Poi dopo elogi e strizzatine d’occhio ecco che si parla dei grandi temi. E Pedullà prova a dare un quadro delle prime mosse che porterà avanti al parlamento europeo: «Mi occuperò in modo costante dell’informazione e della libertà di informazione. Se Farage (sic!) oggi è libero guardate che non è un caso come qualcuno pensa. C’è il tema delle elezioni americane, Biden ha cercato di far vedere che lì si rispetta il tema della libertà di pensiero. Cosa che fino a due giorni fa col cavolo che volevano rispettare, anzi volevano dargli 200 anni di carcere». Non eravamo a conoscenza di queste beghe giudiziarie dell’ex leader del fronte della Brexit. Ma cercando, a fatica, di interpretare il pensiero di Pedullà, probabilmente ci troviamo davanti a uno scambio di persona: Assange è diventato Farage. Ma non finisce qui. Forse non tutti sanno che Farage, ops..., Assange è stato liberato grazie ai Cinque Stelle. E a sostenerlo è stato proprio Pedullà: «Senza lo sforzo che ha fatto anche il Movimento Cinque Stelle di tenere alta l’attenzione internazionale su questo caso Farage (sic! per la seconda volta) sarebbe ancora in galera! Lo avrebbero mandato via dall’Inghilterra a marcire negli Stati Uniti in un carcere».
Insomma Farage a sua insaputa non solo ha rischiato 200 anni di carcere, ma addirittura ora è libero grazie ai grillini. Anche in questo caso il protagonista di questo racconto surreale è Assange. L’intervento di Pedullà si è chiuso con un appello di Toninelli: «Gaetano non ti dimenticare di noi, so che non lo farai, ricordati della comunità di Contro-informazione». E magari avrebbe potuto aggiungere «ricordati anche di non scambiare Assange con Farage». Ma «pancia a terra» Tonielli è rimasto in silenzio. Confusione anche per lui?