Fanpage, il consigliere giuridico di Meloni avverte: "Nessuna inchiesta può spingersi a questo"
"Quello che è stato detto nel servizio" di Fanpage "è esecrabile, allucinante. Ma si deve prescindere dal contenuto. E il punto critico c'è". Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, riflette sulla video-inchiesta di Fanpage su Gioventù Nazionale, l'organizzazione giovanile di Fratelli d'Italia, e mette in guardia sul Corriere della Sera dai rischi di un giornalismo di questo tipo.
"Nessuna attività giornalistica si deve spingere fino a partecipare segretamente alla vita di un partito o di un'associazione politica. La libertà di stampa ha dei limiti. Il rispetto dei diritti individuali: inclusi i diritti politici e la tutela delle regole democratiche e dunque il funzionamento dei partiti. Perché la libertà di esprimere le proprie opinioni e le proprie idee politiche in segretezza è tutelata".
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Anche la Meloni, da Bruxelles, aveva tuonato contro "i metodi da regime" di Fanpage, chiedendo: "Da oggi è legittimo infiltrarsi in un partito politico o in una organizzazione sindacale? Ne prendo atto". Nelle ore immediatamente precedenti al Consiglio Ue a cui ha partecipato la premier italiana, si erano dimesse Flaminia Pace ed Elisa Segnini, due attiviste di FdI coinvolte in insulti a sfondo razzista e antisemita. "Sentimenti incompatibili con Fratelli d'Italia e con la destra italiana", ha sottolineato Meloni a scanso di equivoci e strumentalizzazioni.
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"Una disciplina sia nazionale che europea - spiega Marini al Corsera - configura l'opinione politica come un dato sensibile, vietandone la diffusione. Il rischio è che qualificando tutto di interesse pubblico si possano travalicare i diritti individuali. Anche le intercettazioni potrebbero individuare un fatto di interesse pubblico. Ma il giornalista non le può fare. Altrimenti si dà il via a una spirale pericolosa. Il metodo di può allargare a sindacati, associazioni. Capisco che questa vicenda possa essere cavalcata politicamente ma interrogarsi penso che sia doveroso".