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Le illusioni di chi rema contro il Paese

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Il teatro di Bruxelles ha in cartellone uno spettacolo che serve per capire a che punto è l’Italia nella partita della contemporaneità: da una parte abbiamo Giorgia Meloni che gioca le carte con gli altri leader europei; dall’altra ci sono le istantanee e le prime parole dei campioni della scuderia della sinistra.

Non c’è solo la sgrammaticatura istituzionale di Ilaria Salis (di cui raccontiamo anche oggi le grandi opere che le sono valse la candidatura e l’elezione al Parlamento europeo), c’è anche e soprattutto la strategia anti -italiana del Pd di Elly Schlein, un picconamento quotidiano dell’interesse nazionale, accompagnato dall’orchestra del piccolo establishment editoriale progressista.

Sono gli stessi autori di un’opera buffa che preannunciavano i fulmini del Quirinale sulla riforma dell’Autonomia (e il Presidente Sergio Mattarella li ha smentiti con la firma) e da giorni vanno avanti con slogan come «Italia isolata» e «Meloni all’angolo» (e sono stati per la seconda volta nel giro di poche ore presi in contropiede da una netta dichiarazione del Quirinale: «Nell’Unione europea non si può prescindere dall’Italia»). Sono parole che pesano e indicano che la posta in gioco è alta: l’interesse nazionale, il rischio di una spaccatura nell’Unione europea, il ruolo e il prestigio del nostro Paese. Quanta distanza dalla grancassa della sinistra (...)

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