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Non solo Ilaria Salis, ecco le occupazioni del Pd: ecco le cifre-monstre del debito

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Roberto Tortora
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Occupazione indebita, abusivismo? Non c’è solo Ilaria Salis. Già, perché anche il Partito democratico ha i debiti con Ater su gran parte dei locali di cui può disporre nella Capitale. E la storia debitoria è lunga, si risale indietro di quasi 10 anni. Il primo piano di rientro risale al 2017, governatore del Lazio allora Nicola Zingaretti. Disatteso e riscritto nel 2021: oltre duecento rate per coprire la cifra di circa 487mila euro di morosità. Nulla da fare, ben 16 circoli smisero di versare il canone di locazione e il PD ha accumulato, così, altri 262mila euro di scoperto. Lo conferma il partito stesso.

Ora, pare che i Dem si siano impegnati a versare circa cinquemila euro al mese per 51 mesi, cioè poco più di quattro anni, cifra alla quale si aggiungono i 1700 euro dell’accordo del 2021. Enzo Foschi, segretario romano del PD, afferma: “Il partito di Roma ha sempre ritenuto di dover tornare in pari con Ater e oggi finalmente siamo riusciti a sottoscrivere questo accordo che ci consente di dimostrarlo”. Occhi critici sono quelli puntati su di loro dal centrodestra e Federico Rocca, consigliere capitolino di Fratelli d’Italia, dichiara: “L’accordo è una buona notizia per le casse dell’ente, ma soprattutto certifica che avevamo ragione quando denunciammo la vicenda, visto che oggi il Pd riconosce quelle morosità”.

 

 

 

Sempre da Fratelli d’Italia arriva un altro commento, di Laura Corrotti: “Meglio tardi che mai, ci auguriamo che stavolta l’accordo venga rispettato”. Non nuovo a questi scandali, il PD dell’allora sindaco capitolino Ignazio Marino finì nella vicenda “affittopoli”. Il primo cittadino, infatti, si lasciò sfuggire una lista di immobili comunali che avrebbe voluto vendere e che in parte risultavano occupati da sedi sindacali e di partiti. Tra questi, manco a dirlo, il Pd.

 

 

 

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