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Ilaria Salis, la surreale intervista a Repubblica: "La casa occupata? Colpa di Aler…"

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“Finalmente libera da ceppi e guinzagli, Ilaria Salis, anzi l’eurodeputata Ilaria Salis, si presenta all’appuntamento sorridente e ansiosa. Ha voglia di parlar bene, di argomentare, di spiegare. Di mostrarsi pronta per l’avventura che l’aspetta a Bruxelles, dove per la prima volta si recherà domani”. Inizia così l'operazione "beatificazione" che Repubblica sta mettendo in atto per la nuova deputata di Alleanza Verdi e Sinistra. In una lunga intervista al quotidiano diretto da Maurizio Molinari, l'ex insegnante si racconta, mostrando al giornale della sinistra bene il suo lato da povera scolaretta.

Da una conversazione con la Salis ci si potrebbe aspettare che l'intervistatore le chieda subito conto della sua militanza al movimento per la liberazione della casa. Ma tutto il colloquio gira sulle sensazioni del suo ritorno a Monza, su ritmo frenetico che deve la povera Salis sopportare: "È stato…rapido. Sono arrivata che sotto casa c’erano già giornalisti e carabinieri. Volevo prendermi una settimana di riposo ma le cose hanno preso a girare a una velocità vertiginosa, soprattutto rispetto alla monotonia sfinente della cella". Ora che si è finalmente trovata un nuovo lavoro, alla povera Salis tocca rimboccarsi le maniche. Lo stipendio da parlamentare dell'Ue va meritato: "Studio il funzionamento tecnico del parlamento europeo, leggo, rispondo al telefono, mando mail. Col senso di responsabilità che provo verso tutte le persone che mi hanno dato fiducia. Pressione e aspettative ci sono - ammette l'ex insegnante -, ma devo fare le cose con calma e lucidità, ci metterò tutto il coraggio che ho".

 

 

Poi, finalmente, arriva la fatidica domanda sulla casa occupata abusivamente. E Salis, ancora una volta, ci rifila la stessa menata, dando di fatto la colpa ad Aler. “La famosa casa dello scandalo… la polizia mi ha trovato lì nel 2008, quando avevo 24 anni. Oggi ne ho 40. Da allora non sono più andati a fare verifiche per vedere chi ci abitasse, però l‘Aler mi contesta lo stesso un debito di 90 mila euro. Prendiamo Milano, 12.000 appartamenti popolari sfitti e 10.000 nuclei familiari in lista di attesa. I movimenti per la casa non tolgono niente a nessuno, cercano di risolvere con altre modalità un problema che le istituzioni non risolvono". E, come se ciò non bastasse, a chi le contesta questa sua presa di posizione, la Salis risponde: "Sono attacchi pretestuosi, privi di contenuto. Piuttosto che prendere parte al teatrino, preferisco pensare al mio percorso politico". Un percorso politico che passa dalla mostrificazione dell'avversario politico. Nella fattispecie Fratelli d'Italia, colpevole - secondo la Salis - di scherzare su forni crematori, sostituzione etnica e omosessuali. "Mi fanno schifo. È preoccupante e pericoloso che siano tollerate in un Paese come il nostro, emanano da un’ideologia di morte". 

 

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