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Meloni, faccia a faccia con Orban: "L'accordo con l'Albania un modello", sfida alla sinistra Ue

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Il premier Giorgia Meloni ha ricevuto oggi, lunedì 24 giugno, il presidente ungherese Viktor Orban. Dopo il colloquio, avvenuto a Palazzo Chigi, i due hanno rilasciato ai giornalisti presenti nella sala stampa alcune dichiarazioni congiunte. "Condivido le priorità" individuate dalla "presidenza" ungherese, "a partire dalla decisione di inserire la sfida demografica", precondizione per una "Europa forte". Questa la posizione del presidente del Consiglio. "L'Italia è uno dei nostri alleati più importanti nel raggiungimento dei nostri obiettivi nel campo della migrazione e della competitività", ha detto invece Orban.

Tra i tanti temi affrontati nel corso del colloquio, anche la questione del conflitto in Ucraina. "Abbiamo discusso del conflitto ucraino, le nostre posizioni non sono sempre coincidenti ma apprezzo la posizione ungherese in Ue e Nato che consente agli alleati di assumere decisioni importanti anche quando non è d'accordo - ha spiegato la leader di Fratelli d'Italia -. Con Viktor abbiamo ribadito il sostegno all'indipendenza e sovranità ucraina". Posizione condivisa, invece, sull'immigrazione. Come spiegato da Giorgia Meloni, con Orban "ci troviamo d'accordo: va consolidato il nuovo approccio europeo che si è consolidato in questi mesi" anche su spinta dell'Italia, ovvero "la difesa dei confini esterni e la lotta ai trafficanti - ha sottolineato il premier -. Ci sono molti temi su cui siamo d'accordo. Ci siamo trovati d'accordo con Orban sulla gestione dei flussi migratori, rinforzando le nuove linee europee di difesa dei confini anche con nuove soluzioni, come l'accordo siglato tra Italia e Albania, che può diventare un modello vista la lettera che la maggior parte dei paesi ha inviato alla Commissione".

Il presidente ungherese ha poi chiarito, ancora una volta, che non entrerà a far parte del gruppo dei Conservatori europei. "Non abbiamo parlato di questioni di partito - ha spiegato Orban - perché abbiamo già chiuso lunedì a Bruxelles dove abbiamo chiarito che noi seguiamo la politica nazionale e non possiamo fare parte di una famiglia politica dove c'è un partito rumeno che è anti-ungherese. Ma ci impegniamo a rafforzare i partiti di destra europei anche se non siamo nello stesso gruppo".

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