Giorgio Spaziani Testa: "Le occupazioni fanno crollare il valore delle case"
«Le città governate da certe forze politiche stanno tollerando situazioni di illegalità spaventose». Dopo il polverone che si è alzato negli ultimi giorni sul tema delle occupazioni abusive, spalleggiato da Ilaria Salis e da gran parte della sinistra, Giorgio Spaziani Testa confida a Libero le preoccupazioni dei proprietari di casa che rappresenta in qualità di presidente di Confedilizia.
Prima Salis, poi Fratoianni: l’occupazione abusiva è diventata il cavallo di battaglia di certa sinistra. Cosa ne pensa?
«Si fanno con leggerezza delle affermazioni molto gravi. Nel senso che si rivendicano con orgoglio attività che sono punite dal codice penale. E mi riferisco non solo alle occupazioni abusive ma, seguendo quanto scritto da Salis, anche all’opposizione agli sfratti, che è un’attività altrettanto illegale, e agli sgomberi, che riguardano gli immobili occupati dopo un reato. Altrettanto grave, se non di più, è poi la dichiarazione del segretario di Avs Nicola Fratoianni che ha sostanzialmente proposto di non punire penalmente l’occupazione abusiva di immobili: è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Perché il primo punto in questo caso non è neanche, e lo dico da rappresentante dell’associazione storica dei proprietari, la tutela del diritto di proprietà ma la tutela della legalità. È questa la cosa sconvolgente: un segretario di partito che afferma candidamente che la commissione di un atto di questa gravità, che calpesta i diritti, non dovrebbe essere punita dall’ordinamento. Sono dichiarazioni veramente gravi e anche molto pericolose».
Pericolose per le conseguenze a cui possono portare?
La deriva, se si desse retta a persone di questo tipo, sarebbe quella che si sta verificando in alcune città degli Stati Uniti dove, raccontano le cronache, la prassi di tollerare e di giustificare alcuni atti sta portando al fenomeno delle razzie nei supermercati. La deriva è questa, bisogna fermarsi prima: non è tollerabile parlare in questi termini».
Quali sono le conseguenze economiche e sociali delle occupazioni?
«Premesso che si tratta di reato in entrambi i casi, si può distinguere tra immobili pubblici e privati. Nel primo caso, relativo quindi alle case popolari, oltre alla violazione di un diritto c’è anche la sopraffazione nei confronti di chi è in graduatoria e attende disciplinatamente di avere un’abitazione che poi invece non ottiene. Per quanto riguarda invece gli immobili privati, oltre alla violazione del diritto di proprietà e della legalità, le conseguenze sono soprattutto sui valori economici dei beni e sul mercato immobiliare. Quando ci sono occupazioni di interi stabili privati sappiamo, come ci raccontano le cronache economiche, che i valori immobiliari non solo di quel palazzo ma anche quelli delle case circostanti crollano a causa del degrado e delle tematiche relative alla sicurezza. E poi c’è un altro problema».
Quale?
La fiducia dei proprietari viene meno. É vero che stiamo parlando di occupazioni abusive, ma la Salis ad esempio si riferisce anche al fenomeno dell’opposizione agli sfratti. In questi casi, la forza pubblica si ferma davanti ai picchetti o alle proteste di tali movimenti. E questo ricade anche sui potenziali inquilini, cioè su chi avrebbe bisogno di un’abitazione: sapendo che c’è un lassismo generalizzato, i proprietari hanno sempre più paura ad affittare. Se poi i movimenti ai quali apparteneva la Salis ed esalatati da Fratoianni si espandono e prevalgono è chiaro che sempre meno proprietari daranno case in affitto. E questo vuol dire che le abitazioni disponibili diminuiscono. Perché l’affitto in Italia lo garantisce quasi esclusivamente la proprietà diffusa dei piccoli risparmiatori».
Il diritto di proprietà è poco tutelato?
«Se prevalessero questi personaggi sarebbe il tracollo e il degrado. Anche nella situazione attuale però purtroppo le tutele sono scarse perché la sopraffazione e la violenza di certi movimenti fa sì che i diritti non vengano tutelati. Per esempio, al termine della locazione il proprietario non può tornare in possesso dell’immobile perché si ritrova il picchetto organizzato da questi gruppi».
Le norme ora in vigore sono troppo lasche?
«Anche qui distinguerei tra occupazioni arbitrarie, frutto di reato, ovvero chi entra in una casa vuota e se ne impadronisce, e il rientro in possesso dopo un affitto regolare. In entrambi i casi il problema non è tanto relativo alle norme quanto alla fase dell’esecuzione. Questo tema viene affrontato da un provvedimento del governo che è ora in Parlamento. Noi siamo fiduciosi, e l’abbiamo detto anche in audizione, che questo provvedimento possa migliorare le cose. Il testo punta infatti ad agevolare la fase esecutiva, consentendo più facilmente alle forze di polizia di agire per liberare gli immobili senza che i proprietari debbano aspettare i tempi di una lunghissima procedura giudiziaria. Anche per quanto riguarda le locazioni il problema fondamentale è rappresentato dalla fase esecutiva. Il procedimento, a seconda dei tribunali, ha una durata tutto sommato ragionevole. Il punto è che, una volta ottenuta una pronuncia favorevole da parte del giudice, la situazione si blocca perché la forza pubblica non interviene, magari perché ci sono picchetti nel giorno dell’esecuzione o perché gli ufficiali giudiziari sono pochi».
Quale potrebbe essere una soluzione?
«Noi abbiamo proposto al ministro della Giustizia Nordio di affiancare agli ufficiali giudiziari altre figure che possano favorire la fase esecutiva. Fermo restando che se manca la volontà a livello locale, e cioè se prefetto e sindaco impediscono l’utilizzo della forza pubblica il titolo esecutivo rimane un pezzo di carta. Insomma, il problema spesso risiede in una mentalità che è diffusa non solo in una parte delle politica ma anche in alcuni settori della magistratura».
C’è dunque una differenza tra comuni di destra e di sinistra nella tutela del diritto di proprietà?
«Se in una città c’è un clima lassista certe cose sono più difficili da fare. E anche se c’è il riconoscimento del giudice, se non si mette a disposizione la forza pubblica il mio diritto rimane sulla carta. Ribadisco però ancora che messaggi come quelli della Salis o di Fratoianni non vanno sottovalutati: hanno un’influenza enorme sul mercato immobiliare e un effetto negativo sui più deboli. E questo perché dopo le dichiarazioni di questi giorni ci saranno molti proprietari che preferiranno non affittare. Si parla con troppa leggerezza di diritti che andrebbero tutelati. Salis poi parlava anche di attività contro gli sfratti. Il che significa impedire che venga esercitato un diritto: è una cosa di una gravità inaudita.