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Giovanni Orsina, lezione alla sinistra: "Squadrismi e fascismi? No, cos'è la destra oggi"

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"Considerata la profonda differenza con le destre di ieri, ha senso definire quelle odierne, come spesso si fa, neofasciste o addirittura neonaziste?": il politologo Giovanni Orsina si è posto questa domanda in un articolo su La Stampa, dandosi poi una risposta ben precisa. L'esperto, infatti, ha spiegato: "L’abuso dei termini li rende imprecisi e inaffidabili, la memoria delle tirannie novecentesche – e delle immense sofferenze che esse hanno causato – ne viene svilita e banalizzata. E la confusione concettuale non giova certo alla democrazia". 

Secondo Orsina, dunque, le destre di oggi sono democratiche e non hanno nulla a che fare con quelle del ’900. Nulla a che fare con gli squadrismi e i fascismi di ieri. Al massimo, secondo il politologo, le si potrebbe definire "illiberali". Il loro, però, ha spiegato l'esperto, sarebbe "un moto di reazione contro lo sviluppo eccessivo, l’ipertrofia di quei contrappesi liberali, e una conseguenza del diffondersi, nell’opinione pubblica, del dubbio che la volontà del popolo sia arrivata a non contare assolutamente più nulla".

 

 

 

Un'altra differenza tra le destre del passato e quelle di oggi è che "diversamente da cent’anni fa, la destra di oggi non si contrappone alla liberaldemocrazia dall’esterno, ma vuole modificarla dall’interno lavorando sulle sue tensioni intestine - ha sottolineato ancora Orsina -. Chiede insomma più democrazia e meno liberalismo, in polemica con uno status quo che, a suo avviso, negli ultimi decenni si è allontanato troppo dalla democrazia e sbilanciato eccessivamente in direzione liberale". 

 

 

 

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