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Nicola Fratoianni, occupare non è reato? Ma nel 2018...

Alessandro Gonzato
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Certi post non finiscono / fanno dei giri immensi e poi ritornano. E rieccolo il post di Nicola Fratoianni, il capo di Sinistra Italiana che oggi chiede di abolire il reato di invasione di edifici. Ma ieri? «L’organizzazione fascista CasaPound», scriveva su Facebook il 23 ottobre 2018, «occupa abusivamente dal 2003, nel pieno centro di Roma, un palazzo trasformato in sede nazionale di partito e in luogo di alloggio per moglie e fratelli. Il caso vuole», «aveva aggiunto il "rosso" Frato, «che l'edificio si trovi a 700 metri dall'ufficio del ministro dell'Interno Matteo Salvini».

PIROETTE
Il post di Fratoianni proseguiva così: «Ministro Salvini, cos’aspetta a recarsi personalmente sul posto? Stiamo parlando non tanto di uno stabile occupato, ma di uno stabile occupato da un’organizzazione fascista, protagonista di numerosi episodi di violenza». Non come i bravi ragazzi dei centri sociali. Non come l’eurodeputata Salis, la quale nel cursus honorum che ha convinto l’irresistibile coppia Fratoianni-Bonelli a candidarla a Bruxelles può vantare- processo in Ungheria a parte - 4 condanne (una per invasione di edifici, un’altra per resistenza in concorso a pubblico ufficiale...), 29 denunce, uno sfratto da un alloggio occupato abusivamente a Milano e una richiesta di 90mila euro di indennizzo da parte dell’istituto delle case popolari sempre di Milano che le contesta un’altra occupazione illegale in zona Navigli. Per un terzo appartamento occupato abusivamente l’europarlamentare di Alleanza Verdi Sinistra ha appena pagato una multa di 3.500 euro, saldata – ma è senz’altro un caso – dopo essersene assicurati circa 16mila al mese a spese dei contribuenti. Anche di quelli che giornalmente vengono sfrattati dall’esercito dei centri sociali, degli anarchici, degli immigrati irregolari che si impossessano delle case altrui.

 

 

Salis – e ieri Libero ha dedicato l’apertura del giornale – su Instagram ha rivendicato di «aver fatto parte del movimento di lotta per la casa», «negli anni ho dato battaglia sul tema del diritto all’abitare, a Milano e in tutta Italia», ha scritto la paladina di Sinistra. «È con grande orgoglio», ha continuato, «che rivendico di aver fatto parte di questo movimento e di continuare a sostenerlo». Torniamo al tragicomico post di Fratoianni: «Ministro Salvini (...) tra la foto di un tiramisù e quella di un hamburger sono 8 minuti di camminata che non possono farle che bene. Faccia anche una diretta su Facebook, se lo ritiene un incentivo», e noi abbiamo in testa quelle di Fratoianni con Soumahoro. Ricordiamo cos’ha detto l’altro giorno il segretario di Sinistra Italiana: «Ilaria Salis rivendica la militanza nel movimento di lotta per il diritto alla casa? Mi ritrovo nelle battaglie per questo diritto, anche nelle occupazioni.

Questo movimento ha posto un problema, ossia la negazione del diritto di abitare: rivendicare questo diritto dev’essere superiore anche alla speculazione. Viviamo in un Paese», è andato avanti Fratoianni, «in cui la negazione dei diritti è diventata la norma, ci siamo abituati a tutto questo. E in nome di questa abitudine ogni forma di ribellione è ricondotta nel circuito del penale, del reato. Mentre io penso che chi si batte, anche con modalità come queste, per porre e per risolvere un problema, andrebbe considerato in altro modo». Andrebbe candidato all’europarlamento, ad esempio.

Salvini ieri ha infierito: «Mentre la Lega con il “Salva Casa” libera milioni di proprietà ostaggio della burocrazia, questa orrenda sinistra da centro sociale rivendica con orgoglio le occupazioni abusive. È semplicemente vergognoso, un invito all’illegalità e alla prepotenza, uno schiaffo ai cittadini perbene.
Del resto», ha affondato il vicepremier, «basta vedere chi candidano».

 

 

«FUORI I SOLDI»
Il centrodestra va all’attacco, e in Regione Lombardia, Marcello Ventura, consigliere di Fdi, tuona: «Le parole della Salis sono di una gravità inaudita». Martedì Ventura presenterà una mozione (slittata di qualche giorno) per impegnare la giunta a fare il possibile perché Aler – l’azienda che si occupa delle case popolari – possa rientrare delle somme: «Chiederò il pignoramento dei conti correnti dell’eurodeputata».

Non c’è un Fratoianni senza un Bonelli, e dunque anche il leader “Verde” voleva la liberazione dello stabile da CasaPound, richiesta presentata a dicembre 2022 al Comune di Roma «per dare rapida attuazione allo sgombero dell’immobile di proprietà del demanio di via Napoleone III a Roma». Era d’accordissimo pure la Schlein, la quale da parlamentare europea uscente aveva aderito alla raccolta firme per liberare l’edificio «dai fascisti del terzo millennio». E ancora, Elly: «Sono le stesse persone che hanno all’attivo un buon numero di denunce per diverse tipologie di reato». Ma non parlava della Salis.

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