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Teresa Bellanova farnetica sul bracciante morto: "Colpa delle campagne della destra"

Teresa Bellanova

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Secondo Teresa Bellanova la morte di Satnam Singh è "colpa delle campagne di odio condotte in questi anni contro gli stranieri".

In una intervista a La Stampa l'ex ministro per le Politiche Agricole durante il governo Conte 2 attacca il governo di centrodestra: "Chiamiamo le cose con il loro nome. È così. La campagna di odio contro gli immigrati è una narrazione che risponde solo alla propaganda politica di chi la fa. Nel mondo reale queste persone sono venute in Italia alla ricerca di un futuro migliore come è loro diritto e sono qui perché abbiamo bisogno del loro lavoro. Hanno il diritto di avere il permesso di soggiorno".

 

 

E sul permesso di soggiorno dato immediatamente a Sony, la moglie di Satnam, la Bellanova si infuria: "Adesso? Dopo che li abbiamo sfruttati e condannati alla illegalità?". Purtroppo, prosegue, "nella nostra società convivono pezzi di umanità e disumanità violentissima. Il punto è che cosa fanno le istituzioni. Bisogna innanzitutto mettere fine alla campagna di odio. I decreti sicurezza del governo Conte I e di Salvini hanno prodotto una quantità enorme di cittadini invisibili nel nostro Paese. Ho condotto una battaglia in totale solitudine per la regolarizzazione dei lavoratori stranieri. Lo dissi allora e lo ripeto ora: per eliminare il lavoro nero bisogna svuotare i ghetti e dare a chi è invisibile quello che merita, ovvero il permesso di soggiorno per lavoro in modo che possano rivendicare i loro diritti altrimenti continuiamo ad avere una manodopera a basso costo disponibile a tutto. Non significa far entrare tutti ma chi è necessario per il sistema produttivo italiano".

 

 

Di certo dopo otto anni la legge contro il caporalato approvata durante il governo Renzi non funziona. Ma la Bellanova continua a difenderla e passa al contrattacco: "Non è così. Nelle procure d'Italia sono in corso tanti processi per riduzione in schiavitù di lavoratori irregolari. Non è applicata la parte della legge relativa alla prevenzione. Non si amplia il numero degli ispettori che devono essere mandati a fare le verifiche in frontiera e non negli uffici. E vanno dotati di risorse. Bisogna rafforzare i controlli monitorando tutto quello che accade. La legge prevedeva che vi fossero dei tavoli di lavoro tra i ministeri. Qualcuno ha notizia se si riuniscono ancora?".

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