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Serena Bortone, Pd e M5s in trincea per la martire: "Rai megafono del governo"

Daniela Mastromattei
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Il caso Scurati ha regalato alla Bortone (falsa martire) una popolarità che con il suo programma non avrebbe mai raggiunto. Non lo diciamo noi, lo dicono i numeri. Il suo Chesarà prima del week end della pseudo-censura (20 aprile) lo guardavano forse solo i suoi parenti e gli amici più stretti: lo share era sotto il 3%. In pieno chiacchiericcio polemico invece è riuscita a toccare punte del 5%, con l’ultima puntata al 6,11% per la felicità di mamma Rai. Verrebbe da pensare che la giornalista abbia bisogno di un aiutino per fare ascolti, anche se, nonostante l’Auditel discutibile e il suo modo di fare televisione quasi fosse sul palco di un comizio elettorale, nessuno l’ha messa in discussione come professionista. Dimentica però che ogni anno i palinsesti si rivedono, si migliorano e se un programma non funziona si sostituisce. È così, bisogna farsene una ragione. Il destino di Chesarà, che è andato in onda il sabato e la domenica sera su Rai3, è ancora incerto, niente è stato definito.

Tuttavia i compagni sfruttano l’occasione per attaccare il governo portando Serena in processione. Manca solo il “santa subito”. «Passate le elezioni si regolano i conti e TeleMeloni non fa prigionieri. La cancellazione del programma Che Sarà dai palinsesti autunnali del servizio pubblico ne è la prova. La Bortone viene penalizzata per aver fatto il suo lavoro con la schiena dritta. Nella Rai meloniana non c’è spazio per il pluralismo, solo cantori delle gesta di Giorgia. Il servizio pubblico ridotto a megafono della maggioranza e del governo. I vertici Rai sono in scadenza e per essere rieletti devono dimostrare totale fedeltà al capo. Ma la Rai non è della destra, la Rai è dei cittadini e i vertici devono rispondere a loro non alla Meloni» attacca il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto e componentedella commissione di Vigilanza Rai.

 

 

 

Seguito dal capogruppo M5S in commissione di vigilanza Rai Dario Carotenuto: «Una decisione quantomeno imprudente. Dopo le polemiche furiose che hanno investito la sua trasmissione, che hanno coinvolto anche i lavori della vigilanza Rai, è chiaro che questa scelta rimette il Servizio Pubblico nell’occhio del ciclone in un momento delicato contrassegnato anche dai report sulla libertà di stampa che vedono il nostro Paese in caduta libera».

E ancora. «A Serena Bortone è costato caro l’aver reso pubblico il mancato monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati. TeleMeloni non l’ha perdonata e non potrà condurre il suo Chesarà. Fuori l’antifascismo da TeleMeloni e fuori chi ha denunciato la censura», aggiunge Sandro Ruotolo, responsabile Informazione, Cultura, Culture e memoria nella segreteria Pd. «Noi faremo di tutto per difendere l’articolo 21 della Costituzione. Fuori palazzo Chigi dalla Rai».

Va ricordato all’intellighenzia piagnona che «la Rai è occupata dal governo, esattamente come avveniva nei precedenti governi». Neanche stavolta lo diciamo noi. Lo dice Enrico Mentana, che non è certo uomo di destra, stroncando così le teorie complottiste e vittimistiche. Intanto è in corso una trattativa con Maria Latella. Lei sarebbe stata contattata e avrebbe offerto la propria disponibilità. A questo punto il gossip si divide tra chi è pronto a mettere entrambe le mani sul fuoco che la trasmissione Chesarà non tornerà sugli schermi. E chi sostiene che nel week end su Rai3 arriverà Latella, che tra l’altro ha intervistato Giorgia Meloni al Festival dell’economia di Trento.

 

 

 

«Voci incontrollate sui programmi. I palinsesti della Rai della prossima stagione sono in corso di definizione. Le Direzioni editoriali stanno lavorando alla stesura e l’illustrazione al Consiglio di amministrazione è prevista per la prossima settimana. Pertanto tutte le voci e le notizie di corridoio che stanno circolando in queste ore non trovano conferme», risponde la Rai. Per saperne di più bisognerà aspettare il 19 luglio, quando saranno resi noti ufficialmente i palinsesti a Napoli. La loro presentazione al Consiglio di amministrazione invece è prevista per il 26 e 28 giugno.

Non si hanno ancora notizie del provvedimento disciplinare sul caso Scurati che rigurda la conduttrice, potrebbe tradursi in qualche giorno di sospensione. Di sicuro la Bortone non resterà senza lavoro, essendo una giornalista assunta dall’azienda, e non un volto a contratto come tanti altri, potrebbe essere collocata in un ruolo diverso da quello della conduzione, pur restando sempre una maestranza Rai. Sempre che qualche rete concorrente non si faccia avanti. In realtà durante l’intervista che ha rilasciato a Silvia Toffanin nel suo salotto di Verissimo, Serena ha lasciato intendere che se arrivasse una telefonata di Pier Silvio sarebbe pronta a spiccare il volo.

 

 

 

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