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Rosiconi di sinistra, pur di criticare il G7 italiano si attaccano a tigri e burrate

Ignazio Stagno
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Il vertice di Borgo Egnazia che si è chiuso ieri alle ore 14 con la conferenza stampa di Meloni è stato un successo per l’Italia. E soprattutto per il premier come testimoniano le prime pagine dei giornali internazionali. Ci si concentra per lo più a sottolineare i risultati raggiunti come ad esempio l’impegno per l’Ucraina.
Ma qui, a casa nostra, i giornaloni si sono soffermati su particolari e dettagli che forse anche Tacito avrebbe annotato sugli Annales.

Si comincia da Fabrizio Roncone che sul Corriere ci racconta i capelli e il look dell’ambasciatrice Elisabetta Belloni: «I capelli biondi phonati come un’attrice di Hitchcock, diafana, l’altro giorno con una giacca a fiori tipo certi divani delle pensioni di Rimini anni Sessanta». Segniamo tra gli appunti anche la sua passione, udite, udite, per il biliardino. Ed ecco che arriva l’aneddoto di Roncone: «Una volta, raccontano, sotto la tenda di una nostra base militare in Afghanistan, dov’era finita in missione, la videro battersi contro un ufficiale lanciando urla belluine». Da raccontare ai posteri. Modesto dettaglio: l’ambasciatrice Belloni è la prima donna a ricoprire l’incarico di Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, in sostituzione del prefetto Gennaro Vecchione. Nominata da Mario Draghi riconfermata da Giorgia Meloni era in Puglia a coordinare l’imponente macchina della sicurezza per proteggere i grandi del mondo: da Papa Bergoglio in poi.

Ma l’incredibile cronaca dei giornaloni di questa Puglia, un tempo meta principale dei radical chic (e ora dipinta come un “Fort Apache” della destra), non si ferma certo qui.

 

 

ANNALES LOCALI - Su Repubblica si parla di Borgo Egnazia come di un parco divertimenti per i potenti dove «la campagna di terra rossa e muretti a secco è diventata un maxi luna park di potere, bizze e lusso». Ecco se avete per le mani il libro dei peana per la Puglia di Nichi Vendola chiudetelo. È bastato l’arrivo di Meloni per ribaltare tutto. Giuliano Foschini su Repubblica tira in mezzo pure la figlia del premier, Ginevra, per darci uno spaccato di quello che avviene tra le mura di Borgo Egnazia: «Chissà se la premier troverà il tempo per (ri)portarci sua figlia che l’ha seguita in questa avventura. Certo, Borgo Egnazia è il luogo dei sogni, le piscine, le mille e una notte, ma la bambina si annoiava e così nelle scorse ore sono arrivate a trovarla due sue amichette pugliesi con le quali spesso trascorre le vacanze estive nella regione».

Addirittura ci sono problemi con la segnaletica, ci si perde facilmente. E così sempre il quotidiano di Largo Fochetti ci dà la cronaca di una strampalata operazione di salvataggio: «Mimino, agricoltore della zona, racconta divertito cosa è successo ieri pomeriggio quando ha dovuto “soccorrere” una delegazione della Mauritania che si era avventurata in una gita in bicicletta nella zona e non riusciva a ritrovare la strada di rientro». E pensare che nella Puglia di Nichi prima e di Emiliano poi i radical chic si trovavano a memoria con un paio di sandali ai piedi.

Poi è il turno della gita delle first ladies e del first gentleman, Heiko von der Leyen. Qui il racconto di Anna Puricella su Repubblica è dettagliatissimo. Pensate, possiamo segnarci il menù che ha riempito le panze di moglie e mariti dei grandi della terra. Avete carta e penna? Prendete nota: «Hanno mangiato burratine e la focaccia, i salumi tipici, un primo a base di gnocchi di pane e olive, e come dessert pure gli “sporcamuss”, dolce tipico barese».

Del resto è abbastanza inusuale trovare una burratina da quelle parti.

E a proposito di cucina lo chef del G7, Bottura, ci racconta, sempre su Repubblica, della passione di Macron per il “merluzzo con i profumi mediterranei”: «Dopo quel piatto, mi si è avvicinato e mi ha detto “Ça c’est très bon”». Capperi! Ma in queste ore in cui l’Italia ha avuto gli occhi del mondo puntati addosso, pur di criticare il G7 a guida Meloni, ecco che i polemisti progressisti costruiscono ad arte pure la polemica su Borgo Egnazia. Un luogo diventato, per chi rosica, l’epicentro di tutti i disagi. E a raccontarcelo è sempre Giuseppe Foschini che si pone una domanda: «I kenyani torneranno?».

 

 

Sono stati "ospiti al Melograno, un’affascinante e originale masseria (originale perché Borgo Egnazia è invece tutta stata ricostruita non più di 20 anni fa, bene per carità, ma è tutto finto, tipo Disneyland) che si trova tra Monopoli e Alberobello».

Che schifo Borgo Egnazia. Di certo chi ama la sedia da regista in spiaggia è abituato a ben altro e conosce bene le differenze tra un “luna park” e un resort-masseria come si deve.

TIGRI IN MASSERIA - Poi c’è anche spazio per la ricerca di animali esotici. Sì, avete letto bene. Dal quotidiano di Molinari apprendiamo che «la delegazione indiana è interessata alle “tigri pugliesi”». «Ci ha messo ore un concierge a capire cosa gli stavano chiedendo quegli indiani: continuavano a parlare di un bosco e delle tigri, citavano le immagini di un matrimonio che aveva avuto una grande eco mediatica, volevano vedere quei luoghi. “Ma dove le troviamo le tigri?”.
Ah, ecco. Poi è arrivata l’illuminazione: lo zoo Safari di Fasano!». Benedetta illuminazione.

Ma in questa cronaca che trasforma la Puglia in una sorta di inspiegabile inferno sulla terra è anche vietato usare l’espressione “G7 di Borgo Egnazia”. Diversi maestrini sui social ci spiegano il perché: «Non è un borgo, non ha storia, non ha cultura, non ha gente. È solo un hotel», scrive Francesco su Instagram. E subito altri utenti gli vanno dietro: «Borgo Egnazia dove si svolge il G7 non è un paese ma un albergo 5 stelle molto molto costoso in provincia di Fasano. Intorno a questa fortezza artificiale solo per ricchi ci sono invece tante masserie e alberghi a portata di tutti. La Puglia è molto di più di Borgo Egnazia!».
Ma tra i tanti commenti con la bava alla bocca, uno su tutti è diventato davvero virale: «Ogni scusa è buona per criticare il governo attuale, questi sono posti bellissimi in Puglia». Con buona pace di chi non vuol sentire queste due parole “Borgo Egnazia”.

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