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FdI, ecco chi sono i giovani meloniani che hanno trionfato alle urne

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Andrea Muzzolon
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Si chiama Jordan Bardella, ha 28 anni ed è il nuovo volto della destra francese: candidato in pectore alla presidenza del consiglio con il Rassemblement National di Marine Le Pen, con i  suoi 28 anni potrebbe diventare il più giovane di sempre a ricoprire tale carica se il partito confermerà i consensi ottenuti alle ultime europee. Idolo dei giovani e star dei social, ha dato nuova linfa vitale al movimento lepenista, diventando il simbolo di una nuova generazione di ragazzi che guardano a destra. Ma l’ascesa del delfino di Marine Le Pen non è un fenomeno unicamente francese.

In tutta Europa, e quindi anche in Italia, una nuova classe di politici nati e cresciuti a destra piace e convince la gente. Le ultime elezioni per il Parlamento Ue hanno visto l’affermazione della “generazione Fenix”, ragazzi e ragazze cresciuti in Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, che ora vogliono camminare, anzi correre, sulle proprie gambe. I risultati sono stati incredibili, specie se si pensa alla concorrenza presente nelle liste del partito di Giorgia Meloni. Su quattro rappresentanti, rispettivamente nelle circoscrizioni Nord Ovest, Nord Est, Centro e Sud, i giovani conservatori sono riusciti a eleggere due eurodeputati.

 

 

«La “generazione Atreju” identificava quella di Giorgia Meloni che oggi governa l’Italia; la nostra è la “generazione Fenix”, dal nome dell’evento principale organizzato da Gioventù Nazionale ogni anno» spiega Paolo Inselvini, 29enne coordinatore di Gn Lombardia e neo eletto al Parlamento Europeo. «La mia vittoria non è solo una grande soddisfazione personale, ma conferma il grande lavoro portato avanti dalla nostra comunità in questi anni: tanto impegno e sacrifico, anche quando i numeri del partito erano diversi ed era difficile avere qualcosa in cambio». Candidato nel 2023 alle regionali lombarde in provincia di Brescia, l’elezione gli era sfuggita per un soffio. L’8 e 9 giugno, le quasi 17 mila preferenze raccolte gli hanno permesso di strappare l’ultimo seggio assegnato a Fratelli d’Italia nel Nord-Ovest: «Abbiamo ben radicati valori eterni e immutabili, ma la nostra forza è saper interpretare l’oggi, capendo le priorità delle persone. Dal lavoro alla famiglia, fino all’agricoltura nel mio territorio. In Europa cercheremo di rappresentare tutti quei giovani che vogliono raccogliere il testimone e rappresentare la classe dirigente del domani. Abbiamo tanta voglia di lavorare e di faticare».

Spostandosi un po’ più a est, nel collegio che comprende Emilia Romagna, Veneto, Friuli e Trentino, il 34enne Stefano Cavedagna, Portavoce nazionale di Gn, ha fatto il pieno di preferenze. La sua scalata all’interno delle istituzioni è cominciata con la candidatura a consigliere comunale nella città di Bologna e, dopo tre anni da capogruppo, ha provato la corsa europea. Una cavalcata a dir poco trionfale che lo ha portato a raccogliere oltre 55 mila preferenze: «Il risultato è quello di una comunità umana e politica. Per chi conosce la storia della destra italiana, sa che i giovani ed i movimenti giovanili hanno sempre avuto una particolare attenzione. Basti pensare che Giorgia Meloni, Lollobrigida, Donzelli, Bignami e tanti altri vengono tutti dal movimento giovanile. Noi cerchiamo di portare avanti quel testimone». In Europa l’obiettivo è chiarissimo: «Rappresentare le istanze di quei ragazzi che faticano a trovare lavoro e a costruirsi una vita familiare in Italia».

Non solo loro. Questa comunità può vantare più di 5 mila preferenze raccolte da Anita Privitera al Centro e il grande risultato di Nicola D’Ambrosio, Presidente di Azione Universitaria (l’ala di Fdi negli atenei, ndr), che ha ottenuto 30 mila preferenze al Sud. Insomma, oltre 100 mila voti guadagnati grazie al movimento giovanile, segno di un’attrattività invidiabile. In questo contesto, il racconto secondo cui gli under 30 guardino solo a sinistra scricchiola e non poco. Il voto fuorisede, unito a qualche sondaggio, aveva scatenato la narrazione secondo cui i giovani che si interessano di politica sono schierati tutti contro il governo. Una tesi che sono gli stessi neo eurodeputati a ripudiare: «Non è così, conosco tantissimi ragazzi che credono nei nostri valori. Il centrodestra deve sapersi organizzare attraverso strutture all’esterno dei partiti e creando situazioni di coinvolgimento» sostiene Inselvini. I dati emersi da queste elezioni vanno poi contestualizzati. Se infatti fra i fuori sede ha prevalso il sostegno a Verdi e Sinistra, gonfiato dall’effetto Salis, non bisogna dimenticare che si tratta di un numero davvero esiguo rispetto al totale degli studenti: «La sinistra può sembrare forte tra i giovani perché è molto rumorosa, organizza occupazioni scolastiche, fa cortei caotici, imbratta i monumenti. C’è invece una grande maggioranza silenziosa che vuole studiare, lavorare, crearsi un futuro in Italia e ama la sua Nazione. A questi ultimi noi ci rivolgiamo. Quelli che hanno votato a casa propria hanno dimostrato di sostenere le nostre proposte». Se il nostro Paese sia pronto a un giovane Bardella in salsa italiana è prematuro dirlo, ma c’è un movimento che si candida con forza a esprimerlo negli anni a venire.

 

 

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