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Capezzone e la rissa in aula: "Moviola e neuroni, chi sput***a il Parlamento"

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"Ci tocca pure questa, oggi non è una giornata gloria né per la politica né per il Parlamento". Daniele Capezzone, nel suo "Occhio al caffè", la rassegna stampa scorrettissima  del direttore editoriale di Libero, punta il dito sugli onorevoli protagonisti della censurabilissima rissa a Montecitorio di mercoledì sera. 

"Il grillino Donno cerca di consegnare... ehm buttare su Calderoli un bandierone. Scoppia la bagarre, il leghista Iezzi cerca di colpirlo e di scagliare pugni veri, ma rivedendo la scena non sembra raggiungerlo. Donno però si accascia, viene portato via in carrozzina e oggi dice di essere stato colpito allo sterno, e poi i calci e le ferite, la camicia... Insomma, anche Donno come Magi in Albania la settimana scorsa. Una specie di sindone". Ora palla alla moviola, "che però non potrà identificare i neuroni dei cervelli disabitati di alcuni parlamentari. Anche i bambini piccoli si rendono conto di quanto il Parlamento sia sput***ato e di quanti tanti vogliano sput***rlo in nome dell'anti-Casta e che fanno questi? Si tirano il fango da soli". 

Peraltro, sottolinea ancora Capezzone, i grillini erano stati protagonisti di una sceneggiata non commendevole, "prima rifiutandosi di partecipare alla commemorazione di Silvio Berlusconi poi con une sceneggiata di Ricciardi, siamo al vilipendio di cadavere, allo sfregio della lapide. Male male male".

Capitolo Francia: "Ciotti, capo dei repubblicani, apre a Marine Le Pen e viene sbattuto fuori dal partito. E il presidente Macron ha fatto un comiziaccio in tv, esattamente quello che gli chiedeva di non fare un gollista, Eduard Philippe, che era andato con lui e poi marginalizzato perché troppo popolare".

Rispetto al voto delle presidenziali francesi del 30 giugno, Claudio Tito su Repubblica urla: "Fate presto! Fate presto". "Insomma - chiosa Capezzone - bisogna impapocchiare una maggioranza Ursula-bis a Strasburgo esattamente identica a quella precedente, come se nulla fosse accaduto, prima che gli elettori parlino una seconda volta". E poi c'è "un incredibile Antonio Polito sul Corriere della Sera, che parte bene ma poi tratta il voto come un sondaggio: si può tranquillamente fare quello che si faceva prima".

A chiudere, il contenzioso tra Ilaria Salis e l'Aler: 90mila euro di affitto non pagato per l'occupazione abusiva di un alloggio popolare a Milano e ipotesi di pignoramento dello stipendio da europarlamentare.

 


 

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