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Paolo Signorelli si dimette: "Non sono più quella persona, ma voglio tutelare il governo"

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"Non sono più quel Paolo". Dopo l'autosospensione, Paolo Signorelli sceglie il Foglio per annunciare in un colloquio le proprie dimissioni dal ruolo di portavoce del ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida

Alla vigilia delle elezioni europee, era stata Repubblica a far deflagrare il caso politico dentro Fratelli d'Italia, pubblicando le (vecchie) chat tra Signorelli, da ragazzo uno degli animatori della Curva Nord, il settore più caldo del tifo della Lazio, con Fabrizio Piscitelli, il famigerato "Diabolik" capo-ultrà laziale, coinvolto nel narcotraffico e vicino all'estremismo di destra ucciso nell'agosto del 2019 a Roma in circostanze ancora da chiarire.

 

 

 

Da quella chat privata emergevano anche frasi antisemite. "Non sono più quel Paolo, è un'altra frase della mia vita", precisa oggi Signorelli. "Sono notizie che parlano di un tempo lontano a cui non faccio riferimento e in cui non mi riconosco in nessun modo. Il passato - ha spiegato l'ormai ex portavoce di Lollobrigida - non si rinnega, anche se si commettono errori. Ma da persona matura non sono più vicino ad ambienti che per tanti motivi ho frequentato". 

 

 

 

Signorelli ringrazia dunque Lollobrigida, che ha accettato le sue dimissioni dopo il primo annuncio della sua "autosospensione": "Lo ringrazio per la vicinanza alla mia famiglia e la conferma della stima nei miei confronti. Ringrazio Giorgia Meloni, Arianna e tutti coloro i quali ho avuto il piacere di lavorare", ha concluso Signorelli. 

 

 

 

La scelta di lasciare? "L’ho fatto per me e per la mia famiglia, per non danneggiare il governo. Non voglio fare assolutamente la vittima, ma è giusto per tutti che ora mi faccia da parte". Ricorda di aver frequentato certi ambienti per motivi di "storia famigliare" (è il nipote dell’omonimo Paolo Signorelli, fondatore del centro studi Ordine nuovo) e di passione calcistica ("Ma da anni non vado in curva"). Da giornalista è nato nel mondo delle radio private nella galassia del tifo laziale, quindi è passato all’agenzia Adnkronos e poi con il gruppo di Fratelli d'Italia. "Questa bufera mi impedisce di continuare a fare il mio lavoro: così ho rassegnato le dimissioni".

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