Giorgia Meloni supera il test, il governo ora è più forte
Il ruolo che negli Stati Uniti hanno le «midterm elections», le elezioni parlamentari che fungono da pagella di metà mandato per l’inquilino della Casa Bianca, stavolta, in Italia, l’hanno svolto le elezioni europee. Che contengono sempre un giudizio sull’operato dell’esecutivo, ma in quest’occasione più che in passato. Intanto perché si sono svolte in un quadro di stabilità, quando il governo è al lavoro da oltre un anno e mezzo e a palazzo Chigi hanno scoperto quasi tutte le carte, incluse quelle delle grandi riforme, e quindi gli italiani possono esprimere un verdetto informato.
E poi perché la stessa Meloni ha polarizzato e personalizzato l’appuntamento, al punto da candidarsi capolista ovunque e invitare gli italiani a scrivere «Giorgia» sulla scheda. Pure Elly Schlein, Antonio Tajani, Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno usato i seggi per chiedere un giudizio diretto sulle loro persone. E i numeri degli exit poll diffusi a urne chiuse dal Consorzio Opinio Italia per la Rai, se confermati, contengono sentenze molto chiare.
Pernacchie per Repubblica, la figuraccia dei compagni sta tutta nel titolo in prima pagina...
L’ultimo appuntamento elettorale nazionale risale al 25 settembre del 2022 ed è quello che consegnò palazzo Chigi a Meloni. Quel giorno Fdi prese il 26%, la Lega l’8,8%, Forza Italia l’8,1% e Noi Moderati lo 0,9%. Insieme, arrivarono al 43,8%. (...)
Il vento di Giorgia arriva a Bruxelles: siamo di fronte a un Big Bang