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Caso Scurati, l'ad Sergio: "La Bortone doveva essere licenziata dalla Rai"

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"Serena Bortone doveva essere licenziata per quello che ha fatto e non è stata licenziata. Non è stata punita. L'11 di questo mese rappresenterà le sue tesi e valuteremo, ma certamente a nessun dipendente di nessuna azienda sarebbe consentito di dire cose contro l'azienda in cui lavora. Lei questo ha fatto e non è stata punita".

Le parole di Robeto Sergio, amministratore delegato Rai, alla Festa dell'Innovazione del Foglio a Venezia, risollevano il caso "censura" di Antonio Scurati a Che sarà, su Rai 3, nella puntata precedente al 25 aprile scorso. E il Pd si indigna, nuovamente, contro i vertici di viale Mazzini. 

"Io ho mandato un whatsapp a Bortone con il quale la invitavo a mandare in onda il monologo di Scurati - ha sottolineato Sergio -. Che poi dovesse andare gratuitamente o meno, questa è solo una delle infinite scelte che si prendono. Nessuno avrebbe impedito quel monologo. Lui non è venuto perché non veniva pagato. Ne era consapevole Bortone e anche la redazione". E invece, accusa implicamente Sergio, è stata scelta la via pubblica della denuncia per sollevare un polverone politico contro la Rai, ma pure contro il governo di centrodestra.

"I palinsesti per la prossima stagione saranno presentati ai vertici venerdì della prossima settimana - ha aggiunto -. Nessuno dei vertici è a conoscenza dei palinsesti. Quindi è una notizia che non esiste in questo momento", ha precisato riguardo alle voci di "diminuzione" punitiva delle puntate della Bortone.

Quelle di Sergio sarebbero "frasi vergognose", secondo il senatore del Pd, Francesco Verducci. "È l'arroganza di un potere che è diventato censura e intimidazione - ha detto il parlamentare -. Di Roberto Sergio peraltro ricordiamo perfettamente le uscite social contro l'azienda Rai (ai tempi di un Sanremo) e in altro contesto contro il suo collega direttore Andrea Vianello. Quindi evidentemente per lui vale tutto. Altri invece vanno licenziati". 

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