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Meloni, aggressioni fisiche e violenza mediatica: la sinistra prosegue la campagna d'odio

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Mancano ormai appena tre giorni, da oggi alla mezzanotte di venerdì, alla chiusura di una campagna elettorale tutt’altro che entusiasmante: questo è pacifico. E tuttavia, tra ciò che queste Europee ci lasceranno in eredità, c’è un clima cupo che non promette granché di buono.

Non mi riferisco solo alle aggressioni fisiche, peraltro unidirezionali: non c’è stato un solo appuntamento delle forze di sinistra che sia stato impedito o ostacolato dagli avversari, mentre non passa giorno senza la notizia di un giovane di destra picchiato, di un gazebo vandalizzato, di un’università sotto assedio. Sempre e solo da parte di schegge – più o meno impazzite o tollerate – della sinistra, e con le forze politiche progressiste che non trovano mai la forza per una condanna esplicita, forte, chiara, inequivoca. Anzi: che si tratti di “studenti” o di “amici” della Palestina, da sinistra parte sempre la pietosa gara delle giustificazioni.

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