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Il sindaco Pd issa la bandiera palestinese? La reazione di Sala e Bersani

Matteo Legnani
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Fino ad oggi, in occasione di guerre e conflitti, si è sempre visto esporre la bandiera della pace. Unica eccezione, da due anni a questa parte, quella dell’Ucraina. A Bologna, invece, hanno deciso di esporre la bandiera della guerra. Quella di un aggressore, che una tragica mattina di quasi 7 mesi fa, ha massacrato 1.200 civili innocenti, ne ha brutalizzato e stuprato altre centinaia sequestrando oltre 250 cittadini israeliani, la maggior parte dei quali non è stata ancora liberata. La bandiera in questione fa bella mostra di sé sul municipio di Bologna per volere del sindaco dem Matteo Lepore. Il quale ha accompagnato il gesto con un lungo messaggio, a tratti poco lucido, nel quale oltre che spiegare la coerenza del gesto con l’essere Bologna una città per la pace, ha aggiunto che la bandiera palestinese sul palazzo del Comune servirebbe a garantire la coesione sociale.

 «Come sindaco di un Comune storicamente schierato per la Pace, la non violenza e la salvaguardia dei diritti umani– ha detto- è per me doveroso prendere posizione così come agire per garantire la maggiore coesione sociale possibile nella nostra città. Per questo esporremo a Palazzo D’Accursio, accanto allo striscione per il cessate il fuoco, la bandiera della Palestina».

 


Forse il sindaco intendeva riferirsi a una coesione della sinistra, ossia al bisogno di placare le frange più filo-palestinesi dentro e fuori dalle istituzioni, come quelle rappresentate dai pro-Palestina che lo scorso 28 maggio avevano bloccato i binari della stazione Centrale. O puntava al sostegno di qualche esponente del suo partito, come il sindaco di Milano Beppe Sala e l’ex segretario Pierluigi Bersani che ieri su Facebook ha bofonchiato «io sto col sindaco di Bologna. Non si dica che chiedere la fine della carneficina significhi tacere su Hamas o addirittura essere antisemiti. Pronti tutti a salutare la bandiera di Israele il giorno che Israele si fermerà».


Al di fuori del circoletto della sinistra, l'effetto prodotto da quel vessillo esposto a Palazzo D'Accursio è stato quello di uno schiaffo. Fratelli d’Italia, dopo aver annunciato un esposto, ha definito «incendiario» il gesto di Lepore. I radicali hanno sollecitato le forze di opposizione in Comune a chiedere le dimissioni del sindaco. E la comunità ebraica, in una dichiarazione congiunta della presidente delle comunità italiane, Noemi Di Segni, e del presidente di quella di Bologna, Daniele De Paz, ha sottolineato che «una bandiera in un luogo pubblico non può essere usata come simbolo di contestazione di altri paesi. Un gesto simile da un'istituzione pubblica non fa che legittimare la voce del terrorismo e della prevaricazione», invitando Lepore «a recarsi in Israele nelle zone del massacro prima di esporre bandiere e slogan».

 

 

 

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