Il Vaticano benedice l'occupazione abusiva
L’indulgenza plenaria arriva prima del Giubileo. Ormai in Vaticano sono innamorati dello Spin Time, il centro sociale dove si può fare di tutto all’interno, oltre che disturbare gli abitanti del quartiere romano dove si trova. Tra poco, magari, ci si potrà pure confessare, se quanto abbiamo letto sull’Osservatore romano non è frutto di allucinazioni. Ma indubbiamente un certo effetto, abbastanza brutto, lo provoca l’endorsement del quotidiano vaticano proprio a quel centro sociale. I reati non sono peccati, si sa.
L’Osservatore ha occhiali appannati se arriva a parlare, per la gioia di Repubblica, di «modello Spin Time» ed elogia la «lotta congiunta di residenti, volontari, associazioni, Chiesa e istituzioni». I residenti? Nel palazzo occupato, forse, non certo attorno. Le istituzioni? Quelle rosse, a cominciare dal Campidoglio? Le associazioni? La solita roba loro. La realtà è che nel palazzo occupato in via Santa Croce in Gerusalemme vivono 400 persone di 28 nazionalità diverse per la felicità di quanti sognano un’invasione globale del nostro Paese. A Roma, del resto, c’è già un’evidente anteprima del futuro prossimo venturo.
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Lo spunto al fine analista vaticano è stato un raduno di protesta che risale al 14 maggio scorso. Il quotidiano ci mette sue settimane ad accorgersene.
Alcuni occupanti dello Spin Time hanno puntato gli uffici dell’anagrafe capitolina in via Petroselli per sollecitare la concessione del diritto alla residenza come stabilito dal Comune di Roma e in deroga all’articolo 5 del decreto Renzi - Lupi, ma dopo 15 mesi dalla richiesta ancora non l’hanno ottenuta. La pretendono. Gualtieri l’ha promesso, anche se la legge dice altro. Tutto passa in cavalleria rispetto a quanto accade nel centro sociale. Se ti droghi o addirittura la spacci non ci sono controlli; se consumi bevande non è come in un negozio o in un bar con il rilascio di uno scontrino; insomma, anarchia. Per L’Osservatore romano tutto questo è normale. Il quotidiano arriva persino a descrivere la capacità di convogliare attorno a sé tante realtà diverse e lo fa attraverso le parole di Don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans che da anni condivide «le battaglie di giustizia sociale del palazzo occupato». Ormai, non ci si meraviglia più di nulla...
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«Gli abitanti di Spin Time, insieme a centinaia di attivisti, volontari e figure religiose che operano stabilmente lì, vivono quella “mistica” dei movimenti popolari di cui parla Papa Francesco- spiega Don Mattia all’Osservatore romano - La forza di Spin Time sta nell’essere una comunità dove le persone sono unite da un legame affettivo, aperta verso tutti coloro che lottano, soffrono e sperano. Ai manifestanti si sono uniti suore, religiosi, laici e studenti della facoltà di Scienza sociali della Gregoriana che hanno preparato la cena e hanno condiviso il pasto con le persone accampate».
Insomma, si vogliono bene e la Chiesa li benedice. Che poi ci sia qualche piccolo reatuccio tutto va bene madama la marchesa. Mica sono cittadini normali da vessare... Al Prefetto Giannini, che conosce bene la gravità della situazione, arrivano pressioni di ogni genere, persino dalla presidente del primo municipio Lorenza Bonaccorsi. «Non si è trattato solo di un’azione di protesta - ha aggiunto Don Mattia sempre sul quotidiano cattolico - ma di un’espressione della fraternità che si fa carne e della forza della lotta fatta per amore e con amore». La parola legalità è sconosciuta. Quella riguarda chi paga le tasse per mantenere i capricci di Gualtieri (che vuole pure regalare lo stabile agli occupanti).