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Torino, le capriole della sinistra in difesa dell'imam in ateneo

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Un po’ a scoppio ritardato rispetto al solito, segno evidente che la preghiera del venerdì organizzata nei corridoi di Palazzo Nuovo occupato la settimana scorsa a Torino, con una trentina di fedeli musulmani, studenti e studentesse (ovviamente in zona separata) in stragrande maggioranza di origine straniera proveniente da Pakistan, Palestina, Turchia e Egitto, che hanno convertito per una quarantina di minuti la sala in una moschea, ha colto un po’ di sorpresa anche la sinistra.

All’inizio è mancata la “risposta pronta” nei confronti delle prevedibili preoccupazioni del governo, ma adesso sta comunque arrivando la levata di scudi a supporto della trovata dei collettivi e dell’“inno al jihad” cantato sotto la Mole da Brahim Baya, uno dei responsabili dell’attivissima moschea Taiba di via Chivasso e già portavoce della comunità islamica torinese.

 

 

«TEOCRAZIE» - A prendere le parti di questo connubio tra comunismo militante e islam ci pensa Gian Giacomo Migone, già cofondatore del PDS nonché presidente della Commissione Esteri del Senato dal ’94 al 2001. E lo fa dalle colonne de La Stampa, il quotidiano di casa nel portfolio degli Elkann. (...) 

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