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Alberto Mattioli contro Meloni: "Non è Maurizio Crozza". Ma non ha capito nulla

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Silvio Berlusconi, dopo aver spolverato la sedia su cui era piazzato Marco Travaglio nella celeberrima ospitata su Rai 2 del gennaio 2013, viene duramente attaccato dal conduttore Michele Santoro. E lui, sfoderando il classico sorrisone da cummenda, risponde serafico: «Non sapete nemmeno scherzare». Ci è venuta in mente questa scena cult della storia televisiva italiana, davanti alle reazioni della stampa di sinistra al video di Giorgia Meloni di sabato.

La nuova versione degli Appunti di Giorgia, infatti, è stata ribatezzata ironicamente “TeleMeloni” e ha smontato i cliché cari alla sinistra sulla presunta occupazione del centrodestra di tutti gli spazi nella tv pubblica. Il più critico, ieri sulla Stampa, è stato Alberto Mattioli, che ha firmato un commento durissimo nei confronti del premier dal titolo: «Perché Giorgia non è Crozza».

Scrive Mattioli: «Gggiorgia spiega direttamente alla gggente quant’è brava sbeffeggiando nello stesso tempo chi ritiene che lo facciano fin troppo le tv pubbliche e private, a reti unificate o quasi. Meloni al quadrato, anzi al cubo, due parti in commedia, puro Pirandello o Maurizio Crozza con parrucca bionda». Ma - e qui si indigna Mattioli - è difficile immaginare video così con protagonista Mario Draghi «che si fa ua domanda, si dà una risposta e nel frattempo prende per il beeep l’opposizione».

 

E giù con la tiritera del complesso dell’underdog e l’abbuffata di poltrone. Una filippica che non mette a fuoco né il registro del video - volutamente ironico - né l’obiettivo della leader di Fratelli d’Italia: smontare le tesi degli avversari senza fare la solita predica in grisaglia da politico anni Settanta. Insomma, anche stavolta, a sinistra «non sanno nemmeno scherzare...».

 

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