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Soumahoro si fa il suo partito, ecco Italia Plurarle: "Difendo sfruttati e umiliati"

 Soumahoro  

Alessandro Gonzato
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Pds, Partito di Soumahoro. Aboubakar erede di “baffino” D’Alema? Non ancora, perché oggi l’associazione lanciata dal mitologico deputato si chiama Italia Plurale, e però ha già tutti i crismi del partito personale. La sigla è “Ip” (non è il distributore di benzina), una lettera verde e l’altra rosa. Il simbolo è in elaborazione ma potrebbe essere uno stivale, in omaggio a quelli di gomma sporchi di fango coi quali il novello Nelson Mandela (lui però si richiama spesso anche a Malcolm X) ha esordito a Montecitorio. Qualcuno per il simbolo parla di due stivaloni, non solo uno. «Ridammeli, mi servono per lavorare!», l’aveva rimbrottato l’ex socio della Lega Braccianti, Soumalia Sambare, intervistato da “Striscia la Notizia”.

Chissà se è vero. Chi fa parte dell’associazione del parlamentare ivoriano del Gruppo (fritto) Misto? «Lavoratori precari», ha spiegato Soumahoro, «e chi riceve bassi salari nei campi». Da capire se si sono iscritti anche gli immigrati che secondo le accuse non venivano pagati dalle cooperative “di famiglia”, la Karibu e il Consorzio Aid ai cui vertici c’era la suocera e in cui lavorava pure la moglie, entrambe da ottobre agli arresti domiciliari. Le due, Marie Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete, sono accusate a vario titolo di aver speso in viaggi, vestiti firmati e ristoranti i soldi destinati all’accoglienza ottenuti tramite bandi pubblici, oltre due milioni di euro. Soumahoro ha reclamato il diritto all’eleganza della consorte.

Gli stessi immigrati, altra contestazione, sarebbero stati costretti a vivere in locali spesso fatiscenti e con cibo scadente. Le accuse nei confronti delle signore sono di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale e autoriciclaggio.

 

 

IL SUO POPOLO - Torniamo a Soumahoro. Ha le idee chiare: «In Italia Plurale ci sono persone dimenticate, invisibilizzate, gente che ogni giorno viene umiliata... Questa associazione darà una speranza a tanti». Ah, Aboubakar si rivolge anche «al partito delle partite Iva». Il programma è tutto un programma: «In questi ultimi due anni», dunque da quando la Meloni è premier, «il razzismo, l’islamofobia e l’odio verso il cosiddetto “diverso” si sono molto accentuati. Questo», ne è sicuro il leader Abou, «è sotto gli occhi di tutte e tutti.

Alcune forze politiche, attraverso una campagna mirata di sdoganamento dell’odio, hanno dato il via all’istituzionalizzazione del razzismo, della discriminazione, dell’islamofobia», sì, ancora.

Domenica, a Cuneo, c’è stata l’“assemblea Costituente”, c’era scritto così sulla locandina dell’evento a cui hanno presenziato un centinaio di persone, quasi tutte di origine africana. Suomahoro padre costituente, un po’ De Gasperi, un po’ Togliatti, un po’ Saragat. «Molti di noi», ha tuonato il parlamentare, «sono stati bersagli e hanno subìto sulla propria pelle sia privatamente che pubblicamente quest’odio e disprezzo. Per questo» - che tempra Aboubakar - «abbiamo deciso di uscire dalle nostre solitudini e di unire le forze per costruire l’Italia del presente e del futuro resistendo a quest’onda nera».

 

 

OMAGGIO AD ALLAH - Soumahoro vuole fare del Ramadan una festa nazionale italiana, ha depositato unaproposta di legge, e a Cuneo si è scagliato contro il presidente del Consiglio: «La maggioranza di governo pone al centro la messa in discussione della libertà di culto perché per loro il problema sono i musulmani, ma il problema vero è l’islamofobia», e ancora con ’sta islamofobia. Soumahoro scalpita, non c’è un attimo da perdere per difendere gli «invisibilizzati», tra cui rischia di finire anche lui (pur a 10mila euro al mese, eh già, l’Italia razzista): d’accordo che la politica è l’arte del possibile, la scienza del relativo sosteneva Otto von Bismarck, e però è dubbio che ci sia qualcuno ancora disposto a candidarlo alle prossime elezioni, Soumahoro, non Bismarck.

L’ivoriano è stato portato in parlamento da Bonelli e Fratoianni i quali dopo lo scoppio dell’inchiesta sui parenti l’hanno disconosciuto: escludiamo che qualcuno ripercorra le gesta dell’irresistibile coppia verde-rossa. Un partito personale serve per tentare di non finire nel dimenticatoio. Aboubakar però sostiene che serva per lottare contro i razzistacci al governo. Pare che qualcuno gli avesse suggerito “Pde” come acronimo, il Partito dell’Eleganza, ma l’onorevole – si tratta comunque di voci di corridoio – non avrebbe voluto sentire ragioni. E allora vai con Italia Plurale. Soumahoro líder máximo. Hasta Soumahoro siempre! 

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