Marco Pannella, cosa ci resta a 8 anni dalla sua morte
È caduto ieri, purtroppo in un vasto silenzio, l’ottavo anniversario della morte di Marco Pannella. Eppure, studiando con la giusta distanza temporale ed emotiva la sua complessa traiettoria, non poche delle sue idee di fondo sarebbero ancora utilissime alla politica italiana di oggi, spesso disorientata, a volte distratta rispetto alle questioni di principio, certamente non aiutata da una dimensione turbomediatica che impone di parlare-twittare-postare in modo compulsivo.
Ecco, ripensando al vecchio leader radicale, partirei da un paio di riferimenti, forse lontanissimi fra loro, o forse no, chissà. Da un lato, penso a “Il mondo come volontà e rappresentazione” di Schopenhauer: un’affermazione potente e assoluta di volontà, di soggettività, di riconduzione della realtà a ciò, e solo a ciò, che un uomo - in questo caso, lui, Marco - voleva e vedeva, sorretto dalla convinzione, a volte fondata, di poter smuovere le montagne con la sola forza delle idee e di una tenacia inscalfibile (...)
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