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Sondaggi, Mannheimer e lo stop al duello Meloni-Schlein: cosa cambia

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La fronda guidata da Giuseppe Conte ha detto no: niente confronto in tv tra Giorgia Meloni ed Elly Schelin. La maggioranza dei partiti che sede in Parlamento si è opposta al faccia a faccia tra il premier e il principale leader di opposizione. A pesare, la campagna elettorale per le europee nella quale si voterà con il sistema proporzionale, sfaldando ogni tipo di coalizione. Il mancato duello, che sarebbe dovuto andare in scena a Porta a Porta da Bruno Vespa, sicuramente impoverirà il dibattito di una campagna di per sé già povera e noiosa. Ma qualcuno potrebbe trarne giovamento.

È quello che pensa il sondaggista Renato Mannheimer che, parlando all'Adnkronos, ha spiegato: "Si avvantaggiano sicuramente gli altri. Non è che il confronto televisivo avrebbe spostato voti dalla destra alla sinistra e viceversa, ma sicuramente avrebbe attirato voti sui partiti principali, da parte dei sostenitori di quei partiti". Ecco dunque spiegata la levata di scudi dei partiti minori: troppo alto il rischio che il confronto tv drenasse voti verso Fratelli d'Italia a destra e Partito Democratico a sinistra.

 

Il dibattito fra le due leader non avrebbe certo spostato voti da un campo all'altro, ma Mannheimer spiega che sarebbe servito "a mobilitare all’interno della destra e della sinistra. Mi spiego: se uno di sinistra vede la Schlein in tv, si entusiasma e la vota. Stesso discorso vale per la Meloni". A gongolare sono quindi tutti gli altri partiti che potrebbero trarre vantaggio dallo stop al confronto. Ma con un incognita ancora: "Voglio vedere che confronti ci saranno" dice Mannheimer.

 

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