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Pd, Marta Vincenzi e il giorno dei riesini: il retroscena sull'inchiesta in Liguria

Pietro Senaldi
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Ieri in Tribunale era il giorno dei riesini, la comunità originaria di una cittadina in provincia di Caltanissetta che figura nel filone d’indagine relativo alla corruzione elettorale, che vede a carico di Matteo Cozzani, il capo di gabinetto di Toti, anche l’aggravante mafiosa. «Vengo lì e ti sputo in faccia», lo avrebbe insultato via sms Maurizio Testa, con il gemello Arturo uno dei portatori di voti per la lista Cambiamo. 

I magistrati si aspettavano che i due parlassero delle promesse non mantenute dal governatore, posti di lavoro e alloggi popolari per i riesini, ma i gemelli hanno scelto tutt’altra strategia. Bocche cucite, si sono limitati a produrre una lettere del 2007, quando l’allora sindaca di Genova del Pd, Marta Vincenzi, benediceva «la geniale idea di un’associazione culturale dei riesini» e ringraziava il promotore, il sindacalista della Cgil Venanzio Maurici, secondo i pm presunto collegamento con il boss siciliano Cammarata. Vietato interpretare la lettera come un pizzino, piuttosto come una domanda retorica: com’è che quando votiamo Pd siamo dei cittadini meritevoli di lode ma se votiamo centrodestra diventiamo tutti mafiosi?

 

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