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Giovanni Toti, l'intercettazione che cambia il quadro: "Bonifici regolari"

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Giovanni Toti ormai è vittima di una guerra di logoramento. Ogni santo giorno sui giornaloni escono pezzettini di inchiesta, nuovi capi d'accusa per avvelenare il clima attorno al governatore e forse spingerlo a un passo indietro. Non c'è altro modo per definire quanto sta accadendo in questi giorni. L'inchiesta va avanti lentamente, guarda caso come a scandire i tempi in vista delle Europee. E l'obiettivo è uno solo: cercare di dimostrare le presunte mazzette ricevute dal governatore dagli imprenditori locali. Ma questa tesi, come vi abbiamo già raccontato su Libero, fa acqua da tutte le parti. Infatti nel mirino ci sarebbe un finanziamento di 75.000 euro al comitato elettorale di di Toti.

Di fatto però le intercettazioni che sono tra le carte dei pm dimostrano di fatto la buona fede di Toti, anzi, come sottolinea il Giornale, le farsi intercettate mostrano la assoluta richiesta di trasparenza nei versamenti ricevuti da parte di Toti. Il governatore infatti dava istruzioni alla sua collaboratrice: "Mandi alla segreteria di Spinelli i documenti dove vogliamo che faccia un versamento, che lo fa normale, come tutti gli altri insomma". E anche "tutti gli altri erano tracciati con causale erogazione liberale".

 

 

 

Ora la domanda è lecita: se questi versamenti sono del tutto regolari, dove sta il castello accusatorio messo in piedi dai pm? Il primo round è andato alla procura, ma Toti prepara la sua controffensiva. C'è ancora tutto il secondo tempo da giocare...
 

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